Latte, Coldiretti annuncia lotta dura: l’appello a cooperative e industriali

Si scalda ulteriormente la situazione del comparto lattiero caseario. In attesa di trovare una soluzione al prezzo del latte, crollato a 60 centesimi al litro nell’acconto di ottobre, nel tavolo ristretto regionale convocato alle 15 all’assessorato dell’Agricoltura, la Coldiretti lancia un ultimo appello alla Regione ed alla trasformazione, prima di quella che si annuncia come una “lotta dura”.

L’ultimo episodio, con l’autotrasportatore costretto da due persone, mascherate a armate di spranghe, a buttare migliaia di litri di latte sul terreno, secondo l’organizzazione rappresenta il “termometro” del clima nelle campagne. “La situazione è insostenibile: il prezzo del latte rimane ancorato al Pecorino romano nonostante diversi caseifici non ne producano o ne producano poco – spiega Coldiretti -. L’iperproduzione del 2018 si basa su una scelta della trasformazione di lavorare Pecorino romano, non rispettando le quote produttive assegnate: non si può scaricare completamente sul prezzo del latte”.

“Chiediamo a tutta la trasformazione uno sforzo di coscienza sociale nel capire, che non si possono salvare solo i propri bilanci ma che è necessario poter fare sopravvivere anche i pastori – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Serve un segnale di unità per ci osserva e viene in Sardegna a speculare sulla nostre divisioni e lo si deve dare con un prezzo di acconto dignitoso per i pastori. Quando non si ha una visione di filiera e di condivisione della crisi ma si scarica tutto sulla parte più debole, le reazioni sono quelle che abbiamo visto”.

L’organizzazione propone che “per almeno tre mesi” le cooperative alzino il prezzo dell’acconto per i propri soci. Stesso discorso per il mondo industriale: “Inoltre chiediamo loro, per un anno, che gli utili che variano tra il 4 ed il 6% possano essere redistribuiti tra i conferitori che oggi sono alla fame”.

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