Latte, audizioni chiuse con i Consorzi: “Offerta ideale 20mila quintali al mese”

Si chiude con le audizioni di Confindustria e dei Consorzi di tutela la due giorni in commissione Agricoltura del Consiglio regionale dedicata alla vertenza latte. Gli industriali hanno ribadito che il problema dell’oscillazione del prezzo è dovuto all’eccesso di produzione: un esubero di circa 30-40 milioni da programmare per evitare le variazioni che danneggiano tutta la filiera. I delegati della confederazione Pierluigi Pinna e Giuseppe Mura hanno anche esortato il parlamentino presieduto da Piero Maieli (Psd’Az) e la stessa assessora Gabriella Murgia ad “analizzare il lavoro fatto da realtà virtuose come la Toscana, ma anche la Spagna, che hanno affrontato il problema del latte in esubero destagionalizzando e diversificando le produzioni”.

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Un modo per evitare di limitare gli allevatori e nello stesso tempo valorizzare il prodotto sardo. La commissione ha sentito anche i rappresentanti del Consorzio di tutela del Pecorino romano, del Consorzio per la tutela del Pecorino sardo dop e del Consorzio per la tutela del Fiore sardo dop. Secondo i dati in loro possesso la situazione ideale per la tenuta del comparto del pecorino romano è la produzione di 20mila quintali al mese e hanno convenuto sul fatto che la maggiore offerta sul mercato della produzione del 2018, pari a un più 22 per cento, ha creato le condizioni per il crollo del prezzo. “È stato però registrato nel primo bimestre del 2019 un aumento dell’export del 15 per cento dei volumi”, ha sottolineato Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano. Più florida la situazione degli altri due consorzi che soffrono meno l’andamento del prezzo del latte, in quanto si tratta di formaggi che possono essere prodotti e commercializzati tutto l’anno.

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