Arrivare all’aeroporto e scoprire che l’aereo non c’è più. Un guasto meccanico? Maltempo? No, semplicemente il numero dei passeggeri era troppo scarso e la compagnia aerea ha deciso che non valeva più la pena di partire. Proprio come accade per certe gite organizzate da circoli di paese o parrocchie: saranno effettuate solo se si raggiungerà un numero minimo di prenotazioni.
Solo che qua stiamo parlando di collegamenti aerei essenziali. Quelli della “continuità territoriale 1”. E cioè di voli da Cagliari, Olbia e Alghero a Roma e a Milano. In pratica, Alitalia e Meridiana potranno decidere di cancellare un volo se il “coefficiente di riempimento” dovesse essere inferiore al al 50 per cento. Cioè: se le poltrone vuote sono la metà più una non si parte.
La norma è contenuta in una nota aggiuntiva del decreto che è alla base delle convenzioni per la ‘continuità territoriale’ che è apparsa l’altro ieri sulla Gazzetta ufficiale. Attualmente si è in regime di proroga con Alitalia e Meridiana, in attesa che finalmente si arrivi al “bando internazionale per la continuità”.
I disagi potenziali sono facilmente immaginabili. Anche perché in passato la pratica dell’accorpamento dei voli – di solito con motivazioni tecniche – è stata utilizzata e non è del tutto sconosciuta ai viaggiatori sardi. In particolare in certe giornate e fasce orarie, non si avrà la certezza di partire.
La nuova norma regolamentare è tra l’altro formulata in termini molto generici, per cui non è chiaro quanto tempo prima la cancellazione del volo dovrà essere decisa e comunicata.
La giustificazione è il calo dei passeggeri. In aggiunta a questo il fatto che il nuovo regime della continuità territoriale (quello che prevede tariffe differenziate) entrerà in vigore solo nel prossimo ottobre e fino a quel momento Alitalia e Meridiana, che per motivi diversi non navigano esattamente in buona acque, non avranno alcun contributo pubblico.
Non si registra al momento alcuna reazione da parte delle autorità istituzionali isolane.