La Regione si riprende le dighe sarde. Sindacati: “Cento lavoratori a rischio”

Non sarà un Natale sereno per i cento lavoratori impegnati nel settore idroelettrico in Sardegna, ossia nelle dighe. Ne sono convinti le sigle sindacali della Cgil, Cisl e Uil che da tempo puntano il dito sul prossimo cambio di gestione annunciato per inizio anno. Dal primo gennaio 2019, infatti, alcuni impianti (diga sul Taloro, Coghinas e del Flumendosa) passeranno dall’Enel alla Regione Sardegna, con il trasferimento all’Enas (Ente acque della Sardegna). Un fatto noto che, a loro dire, provocherà “la precarizzazione dei posti di lavoro, nonché metterà in discussione importanti investimenti già pianificati da Enel”. Uno stato di agitazione che sfocia in una protesta, giovedì 20 dicembre a Cagliari, con un sit-in davanti a Villa Devoto: lavoratori e sindacati insieme. Un cambio di gestione che aveva già sollevato le perplessità di Confindustria (leggi qui).

I fatti. Le delibere regionali che stabiliscono il passaggio risalgono al 9 ottobre scorso. Secondo la ricostruzione dei sindacati una decisione “senza preavviso”. In questo modo, si legge in una nota, “la Regione Sardegna ha riavviato una vecchia vertenza che per anni l’ha vista contrapposta ad Enel e che sembrava però essersi appianata attraverso gli accordi fra Regione e Società Elettrica”. Dopo le sigle hanno chiesto un incontro alla Regione: “ma dopo settimane di inutile attesa l’incontro non è stato ancora convocato”. Successivamente il 20 novembre sono stati emanati i decreti del Presidente della Giunta. Iter chiuso, dunque. Un passaggio che “rischia di mandare in fumo gli investimenti programmati dall’Enel sul territorio sardo che solo nel 2019, tra diretti e indiretti, ammontano a circa 8 milioni di euro“. A cui si aggiunge il mancato versamento ai Comuni di circa 4 milioni di imposte locali (Imu). L’iniziativa era stata avviata dall’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda – dimessosi nel maggio 2017 – e poi presa in mano e portata a conclusione dal suo sostituto, Edoardo Balzarini.

LEGGI ANCHE: La Regione si riprende le dighe sarde: gestione diretta da gennaio con Enas

I dubbi e la protesta. “Come organizzazioni sindacali di categoria esprimiamo il nostro dissenso rispetto a questo modo di fare della Regione Sardegna – commentano i segretari di Filctem Cgil – Flaei Cisl e Uiltec Uil -. Non è certo con azioni di forza come questa che si affrontano adeguatamente le prospettive di sviluppo della nostra Regione, in particolare in un settore come quello elettrico fortemente integrato e che necessita di ingenti investimenti per poter garantire a cittadini e imprese un servizio elettrico di qualità (dalla produzione di energia sino alla vendita della stessa)”. Da qui il forte dissenso e la protesta: “Non possiamo assistere impassibili ai gravi rischi che queste azioni pongono per la nostra regione e per il settore elettrico, non solo per i lavoratori direttamente interessati ma per il già precario sistema economico regionale. Né possiamo accettare che la Regione Sardegna ignori le legittime richieste dei lavoratori e dei loro rappresentanti”.

Immagine Enas: la diga che sbarra il fiume Flumendosa a Nuraghe Arrubiu (Orroli)

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share