La Regione a Roma: “Nessuna risposta su accantonamenti, non paghiamo”

La maggioranza di centrosinistra al governo della Regione ha ufficializzato la decisione di non pagare allo Stato le maggiori quote di accantonamenti per il 2019 – pari a 219 milioni – chieste alla Sardegna attraverso le Leggi di Stabilità nazionali, approvate nel 2016 e nel 2017 dagli Esecutivi guidati rispettivamente da Matteo Renzi e da Paolo GentiloniLa ribellione contro Roma era stata annunciata il 10 ottobre dal governatore Francesco Pigliaru e dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, quando i due illustrato a Villa Devoto la Finanziaria 2019. Oggi il tavolo della conferenza stampa è stato allargato al presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, a quello della commissione Bilancio, Franco Sabatini, e al capogruppo di Art2-Sdp Daniele Cocco.

Gli accantonamenti sono le risorse che lo Stato, per legge, incassa dalle Regioni a copertura del debito pubblico nazionale. Una sentenza della Corte Costituzionale ha però stabilito che i versamenti devono essere una tantum e comunque l’importo va concordato con le Regioni, cui spetta la firma dell’intesa, vincolante ai fini dell’applicazione della quota di accantonamenti. La Giunta Pigliaru non ha mai ratificato le somme imposte da Renzi e Gentiloni e anzi contro le ultime tre Leggi di stabilità ha presentato ricorso alla Consulta (anche quella del 2015 era stata impugnata).

Sugli accantonamenti la Regione aveva aperto la vertenza con Roma, finita poi su un binario morto, malgrado diversi incontri a Palazzo Chigi. La Giunta sarda ci ha riprovato col nuovo Esecutivo giallo-verde, al momento senza esito. “Abbiamo inviato ben cinque lettere a Roma da quando il Governo si è insediato e lo abbiamo fatto per sollecitare un confronto sulla questione degli accantonamenti – ha spiegato Pigliaru -. Ma non abbiamo mai ricevuto una risposta, tanto meno una convocazione a Palazzo Chigi. Abbiamo scritto al presidente Conte, al ministro dell’Economia Tria, al ministro per gli Affari regionali Stefani inviando un breve dossier di riepilogo. Oggi abbiamo preso la decisione, unilaterale, visto che è stato impossibile confrontarsi a Roma: siamo certi di essere dalla parte della ragione”.

I 219 milioni sono la differenza tra 754,6 milioni chiesti da Roma e i 535,6 dati invece dalla Sardegna. Sul 2017, invece, la somma versata dalla Regione è stata pari a 684 milioni, a fronte dei 781 chiesto dallo Stato; sul 2018 gli accantonamenti imposti da Roma valevano 848 milioni, mentre la Regione ne ha dati 684.

Pigliaru ha aggiunto: “Abbiamo sempre detto che siamo consapevoli di dover partecipare a risanare il debito pubblico nazionale, anche come Regione a Statuto speciale, ma abbiamo più volte ripetuto che le somme previste
sono una cifra enorme e sproporzionata per la Sardegna, anche rispetto ad altre Regioni più ricche della nostra. Abbiamo chiesto regole chiare, certe ed eque e finora non ci sono mai state comunicate. Da tutto questo nasce la decisione di non pagare un’altra corposa quota di accantonamenti. Se il Governo vorrà chiederci spiegazioni e finalmente incontrarci, naturalmente siamo pronti al confronto”, conclude il governatore.

La prima lettera spedita dalla Giunta, con allegato il dossier Accantonamenti, è stata inviata 13 luglio. Poi sono seguite le missive dell 30 agosto e del 25 settembre, sempre firmate da Pigliaru. Il 1° ottobre ha scritto Paci. La quinta lettera è del 12 ottobre. “Abbiamo percorso tutte le strade possibili per trovare un accordo politico con il Governo precedente e adesso per avviare il confronto con quello attuale – ha sottolineato l’assessore alla Programmazione -. Abbiamo fatto cinque incontri a Roma l’anno scorso. Ci avevano assicurato che si sarebbe raggiunta un’intesa, ma niente è accaduto. Abbiamo subito fatto presente la questione al nuovo Governo, ma siamo stati ignorati. A questo punto non si poteva più andare oltre, perciò abbiamo deciso di alzare ulteriormente il livello del confronto dopo aver impugnato le ultime tre Leggi di stabilità approvate dagli Esecutivi Renzi e Gentiloni. Abbiamo diritto ad avviare una nuova trattativa per raggiungere un’intesa, perché gli accantonamenti non possono essere eterni e la cifra non può essere imposta, questo la Corte lo dice più volte e molto chiaramente”.

Così il presidente Ganau: “Abbiamo più volte espresso l’incoerenza da parte del Governo di imporre gli accantonamenti, senza un preventivo accordo con le Regioni a statuto speciale. Ritengo sia necessario sostenere con forza la battaglia della Giunta, una battaglia che non deve essere soltanto del Consiglio, ma di tutti i sardi per rivendicare un diritto che ci spetta. Io mi auguro che l’Assemblea, come già in precedenza dimostrato, si esprima in maniera unitaria per sostenere una battaglia giusta e coerente, nonostante l’appuntamento elettorale alle porte, e sia in grado di sostenere le ragioni che sono di tutta la Sardegna e di tutti i sardi”.

 

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