Imprese femminili le più colpite dalla pandemia

Sono le imprese femminili ad aver pagato il prezzo più alto della crisi dovuta alla pandemia, almeno secondo quando emerge dall’indagine condotta, per ‘Donne Impresa’ di Confartigianato, dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna. Nonostante la crisi, però, il dato positivo riguarda la capacità di affrontare le difficoltà e cercare di rimanere sul mercato.

Nel periodo della pandemia, infatti, si è registrato un calo del 7,8 per cento dell’occupazione femminile indipendente, a fronte del meno 6,1 registrato dalla componente maschile. Trend negativo anche sul fronte del fatturato delle imprese guidate da donne con una diminuzione di 4,4 punti rispetto alla media. Non va meglio per quanto riguarda gli impegni familiari dove le donne, nel ruolo di genitore, a causa della chiusura delle scuole durante la pandemia hanno sopportato un carico di lavoro doppio rispetto agli uomini.

In Sardegna le imprese femminili sono 38.933, il 22,8 per cento del totale di tutte le attività produttive iscritte alle Camere di Commercio; 4.374 sono guidate da giovani under 35 (l’11,2 per cento sul totale delle imprese femminili) e 2.607 da straniere (6,7 sul totale delle imprese femminili).

Sono invece 5.899 quelle artigiane guidate da donne, il 15 per cento sul totale delle imprese femminili, il 17 sul totale delle imprese artigiane. In questo settore il calo registrato rispetto al 2015 è stato dello 0,6 per cento e dell’11,1 rispetto al 2008. A livello territoriale, nella vecchia provincia di Cagliari le imprese donna sono 15.938 di cui 2.434 artigiane, su Sassari-Gallura sono 12.583 di cui 2.084 artigiane, a Nuoro sono 7.286 di cui 1.031 artigiane e a Oristano 3.126 con 350 artigiane.

“Le imprenditrici hanno pagato il prezzo più alto della crisi pandemica – sottolinea Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato imprese Sardegna – ma hanno anche saputo affrontare le difficoltà con eccezionali capacità di resilienza, problem solving, abilità multitasking. Su queste doti tipicamente femminili dobbiamo continuare a far leva per essere artefici del nostro futuro”.

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