Imprese: “Sì alla revisione del Patto di Stabilità. A rischio 10000 aziende”. E attaccano la Giunta sulla Finanziaria

Le imprese sarde – quelle aderenti all’Ance, Confapi, Cna e Confartigianato – lanciano un appello alla Regione: “Entro il 31 maggio effettui la regionalizzazione del patto di stabilità, perché se questo non viene fatto nei prossimi mesi i 2/3000 fallimenti delle imprese nell’Isola diventeranno 10 mila”. Gli imprenditori si dicono pronti a sostenere le azioni della Giunta per una rivisitazione del patto (“come ci è stato detto durante la presentazione della Finanziaria”). Ma si tratterebbe comunque di una soluzione di medio e lungo termine. “Le soluzioni che chiediamo – dicono – sono da fare oggi, se non ieri”. Il “grido di disperazione e non di allarme” è stato lanciato da Maurizio De Pascale (Ance), Francesco Porcu (Cna) e Filippo Spanu e Luca Murgianu (Confartigianato). “Dal 2010 abbiamo sottoposto tutti insieme il problema del patto di stabilità – prosegue il presidente dell’Ance Sardegna – qualcosa è stata fatta con quella norma in raccordo con Abi che prevedeva l’anticipazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, ma non ha trovato attuazione”.

“Il patto di stabilità opera più volte con un assurdo sul fondo unico – spiega il segretario Cna – quando si trasferiscono le somme agli enti locali, quando questi enti lo ricevono e quando lo spendono: serve un emendamento alla Finanziaria per evitare questo conteggio ripetuto”. Per Murgianu (Confartigianato) “é piuttosto molto interessante l’apertura dell’Unione Europea sulla revisione generale del patto stabilità per tutta l’Italia sui debiti della P.A. nei confronti imprese e la Sardegna si deve inserire in questo contesto”. Spanu ha confermato il sostegno all’atto politico della Regione, ma ha chiesto che nel contempo “si abbassino le spese correnti”.

Le imprese poi bocciano anche le azioni annunciate dalla Giunta nella Finanziaria 2013 sulla moneta virtuale Sardex, il microcredito e il sostegno ai consorzi fidi. Le associazioni delle imprese hanno rimarcato il fatto che l’illustrazione è stata fatta solo “oralmente, ma attendiamo di conoscere il documento scritto per verificare i diversi interventi”. “Abbiamo bisogno che la Regione crei le condizioni per il lavoro e non vogliamo che crei il lavoro perché questo è il nostro compito – dice De Pascale – mai chiedere che il governo crei direttamente il lavoro, si rischia il bis della Flotta sarda, della Carbosulcis e di alcune altre valutazioni. Il voucher ci spaventa molto – aggiunge – perché un conto è sostenere le difficoltà, un conto è una Finanziaria che disincentiva l’accostamento al lavoro e che non va nel senso auspicato della riduzione della spesa inutile”. Filippo Spanu di Confartigianato ha ricordato che “ad oggi i Confidi non hanno ancora ricevuto risorse le 2012 sui fondi di garanzia. Quel metodo non sta funzionando e non mi pare il caso di continuare su questa strada”. “Dalla Finanziaria – spiega Francesco Porcu di Cna – ci attendiamo azioni virtuose, non forme dispersive di finanziamenti a pioggia”.

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