“La Sardegna è diventata modello nazionale per il rilancio dei marchi Dop e Igp nella fase 2 della pandemia”. Lo scrive in una nota il Consorzio di tutela del Pecorino romano (prodotto quasi tutto con latte sardo), dopo che il pegno rotativo è entrato a far parte della legge di conversione del decreto ‘Cura Italia’ come strumento di sostegno alle imprese agroalimentari.
“Uno strumento – dice il presidente Salvatore Palitta – messo a punto per la prima volta nell’Isola ad aprile 2017 dal Consorzio insieme all’Associazione bancaria Abi e alla Regione. E proprio quel modello è stato replicato nella legge nazionale, all’interno del comma 2 dell’articolo 78, a beneficio di una serie di prodotti che potranno usufruirne in tutta Italia”. L’obiettivo è appunto “far fronte e superare il difficile momento economico causato dal Covid19. Il meccanismo è semplice: le banche accettano la merce come garanzia per l’erogazione di un credito e, allo stesso tempo, questo ‘deposito’ consente l’immissione scaglionata del prodotto sul mercato, in modo da assicurare equilibrio all’intera filiera”.
Sul pecorino romano nello specifico, il pegno rotativo “ha permesso di concludere operazioni per circa 35-37 milioni all’anno – dice ancora Palitta -., consentendo anche alle aziende di trasformazione del latte ovino di accedere ai prestiti bancari e di gestire e programmare le vendite in modo più sereno, pur avendo qualche difficoltà finanziaria”. Palitta sottolinea poi la necessità di “continuare a utilizzare il bando indigenti nazionale che, oltre ad avere una forte valenza sociale e assistenziale nei confronti delle fasce più deboli, assicura un riequilibrio per le Dop nell’eventuale calo di consumi che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi”. Il valore dell’intervento è di 14 milioni. “Già a inizio giugno – conclude il presidente del Consorzio – inizieranno le operazioni di consegna”.