Il naufragio della Flotta Sarda. Cappellacci: “Nel 2013 nessun collegamento”

Addio alla Flotta Sarda. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci ha confermato stamane che nel 2013 i collegamenti tra la Sardegna e la Penisola, curati da Saremar, non ci saranno.

“Difficilmente ci riusciremo – ha detto il governatore a margine della conferenza stampa di presentazione ‘Il Mediterraneo tra crisi economica e mutazioni sociopolitiche: la parola ai media’ – i tempi non consentono l’attivazione del servizio”.

La spiegazione ufficiale, dunque, riguarda i tempi. Ma è molto più probabile che la Regione abbia deciso di ‘congelare’ – se non cancellare del tutto – la Flotta Sarda anche in relazione alle indagini della Commissione europea sull’esperimento avviato dalla giunta Cappellacci due anni fa. 

In particolare, la Ue ha rivelato che dai documenti inviati a Bruxelles dagli uffici regionali, il buco di bilancio della Flotta Sarda si aggira intorno ai 9 milioni di euro. Nel frattempo, i commissari dell’Unione europea indagano anche sui fondi stanziati dalla Regione a favore della Saremar per verificare l’eventuale sussistenza di aiuti di Stato.

La Flotta Sarda inoltre è finita anche nel mirino della Corte dei Conti. Nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale Salvatore Nottola aveva additato l’esperimento fortemente voluto dall’allora assessore ai trasporti del Psd’Az Christian Solinas e da Ugo Cappellacci come esempio di “fenomeno corruttivo”.

Nel pomeriggio sono poi arrivate le precisazioni: “Per la flotta sarda stiamo lavorando ad una soluzione strutturale e di lungo periodo, nello spirito della legge istitutiva. Siamo consapevoli dei tempi necessari, delle difficoltà e della manifesta ostilità a questo progetto da parte di chi intende mantenere antichi privilegi e un sistema di trasporti marittimi che, per usare un eufemismo, per decenni ha penalizzato l’Isola e i Sardi – chiarisce il presidente della Regione – ma continuiamo a lavorare quotidianamente affinché al più presto le navi con i Quattro Mori ritornino ad assicurare quella continuità territoriale e quella qualità dei servizi che è stata sempre negata”.

“Per questo ogni nostra mossa sarà calibrata – argomenta Cappellacci – al fine di mettere al riparo un percorso virtuoso e un’azione di liberazione della Sardegna dalle catene arrugginite dei signori del mare, dagli attacchi dei nostalgici del sistema Tirrenia e di uno Stato centrale che in questa battaglia, come in altre, si è schierato dall’altra parte della barricata, contro le regole del libero mercato e incurante della necessità, per noi vitale, di superare la condizione di insularità”.

 

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