Gli over 50 cercano la svolta in proprio: nel 2013 aperte 1.081 nuove partita Iva

Gli over 50 della Sardegna cercano la svolta in proprio (e l’uscita dalla crisi) affacciandosi all’imprenditoria: nel 2013 si sono contate 1.081 nuove partita Iva, e per il 31,5 si tratta di esordienti. I numeri sono contenuti in una ricerca realizzata dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza sul Registro Imprese italiano. E i dati dell’Isola sono saltati all’occhio. Tanto che dalla Confartigianato mprese Sardegna parlano di “numeri fanno riflettere”. E sottolineano: “Attenzione, però, non basta la partita Iva per fare impresa”.

Tra gli over 509 che hanno deciso di mettersi in proprio, e rimettersi in gioco avviando una ditta individuale, 340
sono alla loro prima esperienza imprenditoriale. “Rispetto al 2012 – spiegano ancora dall’associazione di categoria – il numero delle aziende avviate nella nostra Regione da imprenditori con età tra i 50 e i 69 anni, è cresciuto dell’1 per cento, in linea con la media nazionale. Sono dati che, in questi anni di crisi, si stanno consolidando e, purtroppo, sottolineano la situazione critica dell’isola per chi è stato espulso dal mondo del lavoro”.

Nel dettaglio, 461 aziende over 50 sono state aperte a Cagliari (139 gli imprenditori alla prima esperienza); 341 a Sassari (108 da neo imprenditori); 183 a Nuoro (59 dagli over 50); 96 a Oristano (34 quelli alla prima esperienza). A livello nazionale una impresa su quattro (28,6 per cento) nasce nel commercio o nell’autoriparazione, seguono l’agricoltura e la pesca (26,6 per cento), le costruzioni (8,9 per cento), le attività manifatturiere (7,7 per cento) e l’alloggio e la ristorazione (6,9 per cento).

Dalla Confartigianato imprese Sardegna sottolineano ancora: “Non è con l’apertura della partita Iva che si diventa
automaticamente imprenditori. Soprattutto immettersi sul mercato in questo particolare momento storico non è una cosa semplice e neppure un gioco. Sarebbe deleterio se questi nuovi imprenditori si mettessero in proprio solo perché espulsi dal lavoro dipendente ed entrassero nel circuito del lavoro autonomo, privi della opportuna professionalità oppure cadessero, poco dopo, nelle logiche del lavoro in nero. Questo è da evitare“.

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