Franco Siddi: “una sconfitta per il mondo politico e culturale della Sardegna”

“È un passaggio doloroso e triste per chi riconosce un senso profondo nelle radici e nell’espressione autonoma dei sardi e della Sardegna in tutte le sue attività culturali ed economiche” .E’ questo il commento di Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione dell stampa (e giornalista de la Nuova Sardegna) alla notizia dell’assorbimento della società per azione che controlla il quotidiano sassarese nel gruppo Finegil, quello che controlla i quotidiani locali del gruppo l’Espresso-Repubblica.

Secondo Siddi, che si basa sulla sua conoscenza dei meccanismi del gruppo editoriale, “funzionalmente non dovrebbe cambiare molto per quanto riguarda l’attività della Nuova Sardegna, si tratta di un processo di carattere essenzialmente industriale e finanziario: la proprietà è da anni totalmente della Finegil. Ma – aggiunge – bisognerà stare molto attenti a che venga salvata l’autonomia della testata, la sua caratteristica regionale e le sue capacità di produrre beni immateriali come quelli di un’informazione aperta e completa e materiali come quelli tipici del conto economico di un’azienda”.

Siddi quindi sottolinea che “da decenni la Nuova Sardegna è un’azienda leader del gruppo l’Espresso, fino a ora rimasta unica come organizzazione societaria autonoma, e non ha mancato di produrre risultati positivi dai quali l’intero sistema Espresso-Repubblica-Finegil ha tratto beneficio a fronte dei suoi investimenti”.

Dunque, se dal punto di vita tecnico l’operazione ” rientra in un cornice giuridica tipica delle imprese promosse o organizzate da Gruppi nazionali o multinazionali” (operazioni che spesso, per gli editori, sono indipensabili per la sopravvivenza”), l’inglobamento della Nuova nella Finegil è per la Sardegna, dal punto di vista culturale, “una sconfitta“. Ed è con amarezza che il segretario della Fnsi constata che   “le migliori aziende, nel quadro della globalizzazione dell’economia, restano interessanti come luogo di produzione, ma non come motori di iniziativa propria che agisce in sede locale guardando al globale con caratteristiche specifiche”. Mentre invece “per tutti i giornali, identità e progetti editoriali hanno una centralità assoluta”.

“Sul piano sindacale – afferma quindi Franco Siddi – sicuramente l’operazione di transito de la Nuova Sardegna nella Finegil dovrà essere verificata secondo le procedure di legge e del contratto dei giornalisti. E, in quella sede, dovranno essere svolte le verifiche dei patti sociali, della situazione patrimoniale, finanziaria, organizzativa, produttiva e occupazionale, per rinnovare le garanzie di autonomia della testata nell’ambito di un gruppo editoriale che, soprattutto nel tempo della crisi, è una condizione di salvaguardia per molte testate locali che altrimenti avrebbero difficoltà. Anche se va ricordato che la Nuova Sardegna, dopo i primi anni di gestione, con rilancio post Sir fatto dall’allora Gruppo Caracciolo, va avanti con le proprie gambe e in significativi risultati anche economici”.

“La sfida più difficile per i giornalisti”, secondo Siddi, viene ora. Devono, infatti,assicurare e garantire la storia di un giornale che può solo rafforzare la propria caratteristica regionale che guarda e vive in Italia e nel mondo.

La conclusione è dedicata alla insensibilità della classe politica ai problemi dell’informazione. “Sembrano passati anni luce dai tempi in cui il consiglio regionale affrontava con dibattiti di elevata caratura le questioni del pluralismo e dell’autonomia dell’informazione in Sardegna. Mentre l’impresa fa la sua parte, altri interlocutori sembrano scomparsi. E anche nelle redazioni c’è un calo di tensione su questi temi unito alle preoccupazioni per il quadro critico in cui vive la Regione e il Paese”.

 

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