Fluminimaggiore regno dei pensionati: ‘Happy village’ per gli anziani d’Europa

Marco Corrias, lo scrittore-giornalista sindaco di Fluminimaggiore dal giugno dello scorso anno, ci crede davvero: “Ci sarà bisogno dell’intelligenza e dell’impegno di tutti gli abitanti, ma possiamo farcela”. L’idea è semplice e, al tempo stesso, rivoluzionaria. Fare del suo paese d’origine, ex sito minerario di 3mila abitanti al centro di un territorio di estrema bellezza, una residenza diffusa di prestigio per gli anziani di tutta Europa. “Il progetto è quello di un pacchetto chiavi in mano, chi sceglie di venire a vivere da noi non troverà solo sconti fiscali come già succede in Portogallo, ma una rete di professionisti dedita al benessere dei nostri ospiti. Servizi, cultura e un centro medico operativo 24 ore su 24: sono questi gli elementi centrali su cui punta il progetto”.

Ci spieghi meglio: Fluminimaggiore vive una crisi economica profonda, è un paese a rischio spopolamento e solo negli ultimi tre anni ha perso 400 abitanti andati via alla ricerca di un lavoro. Come pensa di attrarre i nuovi residenti?

“Fluminimaggiore è un luogo di grande bellezza, circondato da paesaggi spettacolari, distante un’ora di macchina dall’aeroporto di Cagliari e a sette chilometri da spiagge e acque cristalline. Un luogo dove la vita può essere un paradiso, un territorio ricco di boschi che parte dalle pendici del monte Linas e discende verso la costa con paesaggi stupendi. Abbiamo calette perfette per bagni di sole anche a dicembre: sa Perdixedda Manna, sa Perdixedda Pittica (‘la pietruzza grande e piccola’) e la frazione turistica di Portixeddu con sabbia fine colore dell’ambra e scogliere con piscine naturali. Le sembra poco?”.

No, ma per attrarre pensionati da tutta Europa forse non basta. 

“E’ vero, per questo stiamo puntando soprattutto sui servizi. Abbiamo centinaia di case sfitte, le strutture di archeologia industriale e gli spazi di prestigio non ci mancano, ma vanno messi a frutto. E non solo gli edifici, ma anche tutte le ricchezze ambientali, agroalimentari, climatiche del nostro Iglesiente. L’obiettivo è quello di realizzare cooperative in grado di rispondere a mille esigenze, con trasporti pensati su misura, eccellenze gastronomiche a chilometro zero e la possibilità per i futuri ospiti di condividere coi propri cari lunghi periodi di vacanze in strutture di livello. Prevediamo un’organizzazione personalizzata casa per casa, con pullmini sempre a disposizione per andare al mare, uscire la sera, organizzare una giornata di shopping a Cagliari oppure una gita tra i resti archeologici del Sinis“.

Un resort di lusso aperto tutto l’anno?

“Noi lo abbiamo battezzato ‘Happy village’, il ‘Villaggio felice’, un luogo dove stare bene, dove la vita può essere piacevole, sana e divertente anche se magari sei rimasto solo e hai già superato gli ottanta. Stiamo lavorando con tutta la comunità affinché si crei una sensibilità centrata sul tema dell’anzianità, con capacità e professionalità da mettere in campo. È il paese intero chiamato a realizzare questo progetto: occorrono manager capaci di gestire e imprenditori edili che si occupino della reperibilità e ristrutturazione delle case del centro storico. In paese le strutture disabitate sono circa cinquecento, e gli affitti sono decisamente bassi rispetto agli standard milanesi o londinesi”.

Ci racconti una giornata tipo.

“Non ce ne saranno. Ognuno si godrà finalmente il suo tempo libero lasciando spazio alle passioni. D’estate e d’inverno. Penso a chi vuole andare a prendere il sole a luglio ma anche quelli a cui piace mangiare i ricci in spiaggia a gennaio, a chi ama andare a cercare funghi in ottobre, camminare o fare yoga sulla spiaggia,  andare al cinema, al teatro o all’opera senza lo stress del parcheggio, perché in città ti accompagnano e magari sei anche in buona compagnia. Penso alle escursioni nelle cantine vinicole, alle gite archeologiche, alla raccolta delle more e degli asparagi, a chi ama pescare, fare fotografia, o passeggiare coi propri cani in una campagna che ad ogni stagione dell’anno regala paesaggi e colori che sono uno spettacolo”.

Insomma, è la fine delle classiche case di riposo?

“Fluminimaggiore può essere un laboratorio per provare a fare diversamente ciò che già esiste. Un esperimento pilota che possa coinvolgere molti altri paesi della Sardegna. Le location e la mano d’opera non ci mancano. Offriremo strutture diffuse dotate di tutti i comfort, dai servizi di ristorazione ai centri ricreativo-sportivi. Le abitazioni dovranno rispondere a standard eccellenti di qualità e sicurezza, non dovranno essere isolate e preferibilmente dotate di giardini o cortili in modo da restituire il senso di comunità e favorire le relazioni tra gli ospiti”.

Ospiti non più giovanissimi, come pensate di trattare il tema della salute?

“Sarà uno dei nostri fiori all’occhiello. Chi sceglierà di vivere a Fluminimaggiore dovrà poterlo fare in totale sicurezza: l’assistenza sanitaria sarà garantita notte e giorno, con allarmi nelle stanze collegati a una centrale medica in grado di intervenire in qualsiasi momento. Anche in questo caso medici e specialisti sul territorio non mancano, occorre soltanto metterli in grado di lavorare”.

Donatella Percivale

 

 

 

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