Finto “bio”, maxi truffa da 135 milioni. Gli agricoltori: “Questione fiscale, i prodotti sardi non sono in discussione”

False certificazioni per prodotti biologici e fatture per operazioni inesistenti per oltre 135 milioni di euro. E’ la maxi truffa nel mercato biologico individuata dai militari della Guardia di finanza di Cagliari che oggi hanno eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare, quattro in carcere e 12 agli arresti domiciliari, nei confronti di una organizzazione, che aveva come vertice una azienda di Capoterra, che avrebbe sfornato false certificazioni relative a prodotti biologici, destinati al mercato nazionale ed europeo, senza che i prodotti fossero realmente “bio”. In questo modo sarebbero stati piazzati sul mercato prodotti a prezzi elevati, guadagnando sulla differenza di prezzo tra i prodotti biologici e quelli convenzionali. Le ordinanze sono state notificate oltre che in Sardegna, nel Lazio, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Puglia.

Gli imprenditori. Sono complessivamente 24 le persone indagate. I 16 provvedimenti restrittivi sono stati richiesti dal sostituto procuratore Paolo De Angeli ed emessi dal Gip Giampaolo Casula. Gli arrestati, a vario titolo, per frode fiscale e frode nel commercio, sono Benito Cremonini, di 77 anni, di Imola, ma domiciliato in Sardegna, titolare dell’azienda di Capoterra da cui è partita l’inchiesta; Michele Grossi, di 38, originario di Fossombrone, amministratore di più società coinvolte nell’inchiesta fra cui la Bio Ecolan di Macerata, la Suolo e Salute di Fano e la Fattoria della Speranza di Bologna; Andrea Grassi, di 47, di Budrio, socio della Fattoria della Speranza e della Bio Ecoland, e Paolo Petetta, di 41, di Treia, socio della Bio Ecoland. Ai domiciliari Cesare Calzolari, di 73, di Ferrara rappresentante legale della società Terra Viva di Ferrara; Luigi Marinucci, di 65, di Angiari, socio della Sunny Land di Verona; Davide Scapini, di 45, di Verona, rappresentante legale della Terre del Sole e responsabile commerciale della Sunnyl Land; Silvio Sembenini, di 46, di Valeggio sul Mincio, socio della Agribioscaligera di Rovigo; Caterina Albiero, di 49, di Zevio, nel corso del tempo amministratrice della Bioagri sas e moglie di Paolo Minozzi, di 54, anch’egli amministratore nel corso del tempo della Bioagri oggi in liquidazione; Maristella Toninello, di 59, e il marito Lucio Sperandio, di 60, di Ponso nel Padovano, entrambi responsabili della azienda individuale ‘Toninello Maristella’; Lulzim Xhani, di 44, albanese domiciliato a Foggia, socio della Mediterranea Organic trading. Ai domiciliari per abuso d’ufficio Filippo Sassetti, di 35, tecnico ispettore della società Biozoo srl; Paola Scocco, di 41, di Macerata, tecnico ispettrice della società Sole e salute e Stefano Spadini, di 48, tecnico ispettore della società Sole e salute, il quale deve rispondere anche in concorso con uno degli indagati di corruzione. I tre lavoravano come ispettori per aziende accreditate dal ministero e si sarebbero dovuti occupare dei controlli. Ad altre otto persone di Saltara, Fossombrone, Fano, Macerata, Verona e Bologna sono stati notificati provvedimenti di inibizione alle attività imprenditoriali.

Intanto l’Asab Sardegna (Associazione sarda agricoltura biologica), la maggiore organizzazione del settore nell’Isola, ha voluto subito rassicurare i consumatori: «La maxi frode è soprattutto di tipo fiscale ed a livello interregionale; non riguarda i prodotti biologici che normalmente vengono venduti sul mercato sardo», spiega la vice presidente Chiara Medda. «Ben vengano questi accertamenti per stanare i furbi che danneggiano il lavoro di tante persone e l’immagine di un comparto che invece è sano».

La frode riguarda in particolare i cereali biologici che nell’Isola hanno poco spazio, ma a quanto pare, si tratta di fatture fittizie che non hanno neppure un riscontro produttivo.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share