Export, risveglio dei mercati nel 2021. Rapporto Sace: ‘Voglia di made in Italy’

La crisi pandemica che ha sovvertito (quasi) tutte le regole del mercato in tutti i Paesi del mondo, lascia il campo a una lenta ripresa dell’economia mondiale, anche se non senza strascichi e ‘sacche’ di recessione in quelle aree già provate prima dell’arrivo del virus. Così avverrà in particolare nell’export globale e, accendendo il faro sull’Italia, anche per i beni e servizi del made in Italy che varcano il mare, una risorsa imprescindibile per l’economia.

Seppur con velocità variabili nei diversi mercati di destinazione, il 2021 apre importanti opportunità per l’export italiano che torna su quel sentiero di crescita interrotto dalla profonda recessione dello scorso anno. Nel 2021 e negli anni successivi, infatti, l’export del made in Italy vivrà una ripresa ‘a macchia di leopardo’ con una crescita rapida in alcuni mercati, di mero recupero del terreno ‘perso’ nella crisi in altri e di risalita più lenta in altri ancora.

A tracciare il quadro dell’andamento delle vendite internazionali italiane è, come sempre da quindici anni, il Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di Sace, la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Il titolo anticipa la lettura dei dati analizzati: ‘Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica’. Presentato oggi online sulla piattaforma Sky, il documento di oltre 60 pagine sviscera le cifre e dà Il quadro dei mercati che saranno i più attivi nei prossimi anni, rimarcando l’importanza delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

All’evento di presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco; il titolare degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio; Barbara Beltrame, vice presidente per l’Internazionalizzazione Confindustria, Francesco Starace, amministratore delegato Enel; Bianca Maria Farina, presidente Poste Italiane e presidente Ania; Federico Ghella, vice presidente Ghella e presidente comitato lavori all’estero Ance. Dopo il saluto del presidente Rodolfo Errore, per Sace sono intervenuti l’amministratore delegato Pierfrancesco Latini e il chief economist Alessandro Terzulli.

“L’export italiano è tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica. – ha sottolineato Terzulli –. Stiamo parlando di un vero e proprio ‘Ritorno al futuro’, da qui il nome della quindicesima edizione del Rapporto, che si propone come una guida per le imprese che devono riformulare le proprie strategie e piani commerciali all’estero nella lettura di questo scenario complesso. L’estrema eterogeneità di questa ripresa non è semplice da decifrare e occorrono, oggi più che mai, chiare coordinate delle opportunità sia a livello settoriale che geografico”.

L’export di beni e servizi: i dati

L’export nazionale di beni corre e recupera. Secondo il rapporto nel 2021 toccherà quota 482 miliardi di euro, in crescita dell’11,3 per cento rispetto al 2020 e con una previsione di +5,4 per cento nel 2022 e del +4 per cento in media nel biennio successivo. Fino a raggiungere nel 2024 quota 550 miliardi di euro.

Discorso diverso se si parla di export italiano di servizi, maggiormente colpito dalle misure restrittive legate alla pandemia con impatto negativo soprattutto sul turismo. Gli analisti di Sace si attendono un recupero solo parziale nel 2021 (+5,1%). La vera e propria ripresa avverrà nel 2022 quando l’export di servizi tornerà ai livelli del 2019, grazie a un incremento del 35,1 per cento. La crescita proseguirà anche nel biennio successivo a un ritmo medio del 5 per cento, toccando i 120 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione.

Tra i beni, quelli di consumo – che lo scorso anno hanno riportato il calo più marcato, complici il minor reddito e l’incertezza che ha indotto le famiglie a una maggiore propensione al risparmio – quest’anno non riusciranno ancora a recuperare pienamente, per le persistenti difficoltà del tessile e abbigliamento, in parte bilanciate dalle prospettive leggermente più favorevoli per altri consumi e prodotti in legno.L’analisi contenuta nel rapporto evidenzia anche quali sono i mercati di destinazione dei beni italiani maggiormente in ripresa

I beni di investimento – sempre preponderanti – supereranno i valori del 2019, sulla spinta di apparecchi elettrici e meccanica strumentale, che beneficeranno dei piani di rilancio varati da diversi partner commerciali, e dell’automotive, grazie soprattutto all’impulso green. Poi c’è la farmaceutica e l’agroalimentare, sostenuto lo scorso anno dai prodotti legati al consumo domestico e quest’anno dalla ripartenza del canale legato all’ospitalità.

I mercati ‘olimpici’

Il rapporto Sace analizza anche i mercati di destinazione dei beni e servizi made in Italy che saranno maggiormente protagonisti della ripresa. E lo fa assegnando, nell’anno delle Olimpiadi, le medaglie d’oro, argento e bronzo ai Paesi dove l’export ha recuperato prontamente e rimarrà dinamico negli anni successivi, l’argento a quelli dove tornerà sui livelli pre-crisi già quest’anno, ma procederà poi a ritmi più contenuti, per chiudere con il bronzo ai Paesi che nel 2021 non avranno ancora recuperato i valori pre-crisi, pur continuando a mantenere prospettive positive di crescita in un orizzonte temporale più ampio.

La medaglia d’oro per aver mantenuto un’attività economico-commerciale dinamica, va alle vendite italiane di beni in Germania, primo mercato di sbocco per il nostro Paese, che cresceranno a doppia cifra nel 2021 grazie al traino dei beni di investimento e intermedi. A seguire gli Stati Uniti, terzo mercato italiano e primo extra UE, con un tasso di crescita dell’11 per cento nel 2021. Si consolida il ruolo di hub logistico internazionale per la Svizzera che contribuirà in particolare la crescita attesa dei beni di consumo, soprattutto del tessile e abbigliamento (+11,1%).

La medaglia d’argento dell’export va ai Paesi che, secondo le previsioni Sace, torneranno sui livelli pre-crisi nel 2021, proseguendo poi a ritmi più contenuti. Come la Francia, secondo mercato di destinazione, spinta anche dalla robusta ripresa della domanda interna nei settori automotive e costruzioni. Argento anche per i Paesi Bassi, con un ruolo cruciale della meccanica strumentale e per una delle maggiori economie dell’America Latina, il Brasile, che recupererà nel 2021 grazie alla performance della meccanica strumentale (+10,2%), i mezzi di trasporto (+19,3%, in particolare automotive) e gli apparecchi elettrici.

In testa tra i Paesi con la medaglia di bronzo troviamo il Regno Unito, i cui effetti derivanti dall’uscita dall’Ue nonostante il raggiungimento di un accordo in extremis non permetteranno di recuperare i livelli pre-crisi prima del 2023.

Le opportunità del Pnrr

“L’export e il made in Italy, da sempre risorse imprescindibili per l’economia italiana, hanno sempre avuto un ruolo cruciale come acceleratore della crescita e dello sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale. Export e made in Italy che Sace, da oltre quarant’anni, contribuisce a rafforzare, affiancando le imprese italiane nelle loro attività sui mercati esteri”, ha sottolineato il presidente Rodolfo Errore, intervenendo alla presentazione del rapporto. Ed è stato così “anche in un anno complesso come quello che ci siamo lasciati alle spalle. Un anno in cui Sace ha mantenuto costante l’impegno e il focus sull’export, con una crescita sostanziale delle risorse mobilitate, lavorando in parallelo, con Garanzia Italia, anche al sostegno della competitività del Paese in un momento emergenziale”.

“Il periodo che stiamo attraversando – ha sottolineato – sarà uno spartiacque per la nostra storia. Il 2021 verrà ricordato come l’anno in cui l’export italiano ha ripreso il percorso di crescita con risultati a doppia cifra. Senza tralasciare che il nostro Pil è migliore della media europea e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sta rivelando come traino dello sviluppo del Paese”. “Il Pnrr – ha concluso Errore – non deve essere soltanto un evento economico ma una chance per modernizzare il Paese cogliendo la sfida della digitalizzazione e della sostenibilità in uno con l’implementazione delle riforme strutturali che ci chiedono l’Europa e il mercato, e soprattutto un’occasione per superare le disuguaglianze. SACE sosterrà gli investimenti del Pnrr, da un lato con le garanzie e coperture assicurative per progetti strategici, dall’altro con il suo ruolo di facilitatore del New Green Deal italiano. Quindi saremo ancor di più al fianco delle imprese, per far crescere il Paese intero”.

“Nel momento più difficile della storia sanitaria ed economica della nostra Repubblica, ci è stato affidato un nuovo mandato, che ha tracciato una roadmap per Sace. Un nuovo modello di business che va oltre il nostro tradizionale supporto all’export e all’internazionalizzazione – che portiamo avanti da oltre quarant’anni – estendendolo anche al mercato domestico e alle garanzie green. Un impegno che si è tradotto dall’inizio della Pandemia ad oggi in oltre 67 miliardi di euro di risorse mobilitate a favore delle imprese, che significano esportazioni assicurate, garanzie su finanziamenti, commesse aggiudicate, e questo sia in Italia che all’estero – ha spiegato Pierfrancesco Latini, amministratore delegato di Sace.

“Più in particolare – ha chiarito – per quanto riguarda la nostra operatività dedicata al sostegno all’export e all’internazionalizzazione abbiamo mobilitato 38 miliardi di euro, sostenendo le imprese italiane con la nostra ampia famiglia di prodotti assicurativo-finanziari. Sul territorio domestico siamo intervenuti con Garanzia Italia, lo strumento emergenziale affidatoci dal Governo per sostenere le imprese durante la Pandemia. In quest’ambito abbiamo mobilitato risorse per oltre 28 miliardi di euro, per un totale di più di 3.000 garanzie emesse”.

“E infine, il nostro terzo pilastro, inquadrato in una logica meno emergenziale e più strutturale, con il quale sosteniamo la ripartenza dell’Italia, garantendo in particolare investimenti strategici e – soprattutto – sostenibilità. Un tema, quello della sostenibilità, sul quale siamo stati chiamati ad assumere un ruolo importante nel Green New Deal italiano. In quest’ambito abbiamo mobilitato circa 1,4 miliardi di euro, una cifra destinata a crescere nei prossimi mesi in considerazione delle tante operazioni e progetti che stiamo valutando”.

“Questi numeri – ha aggiunto Latini – dimostrano la grande forza e resilienza dimostrata da SACE durante il periodo di emergenza, in cui abbiamo messo a terra la nuova operatività senza trascurare (anzi addirittura incrementando) il nostro impegno nel business a supporto dell’export. E per questo vorrei cogliere l’occasione di questo evento per ringraziare davvero tutte le persone di SACE per il lavoro svolto a fianco delle imprese. Un lavoro straordinario raccolto nelle tante pubblicazioni che realizziamo, come il Rapporto Export diventato una vera e propria bussola indispensabile per orientare le strategie internazionali di aziende e operatori”.

“L’obiettivo che ci dobbiamo dare con il Pnrr, è evidente: non deve essere solo quello di tornare ai livelli pre-crisi, ma soprattutto di superarli, colmando quei gap strutturali, per consentire all’Italia di riconquistare il suo giusto peso nel mercato globale. E questo attraverso gli investimenti in infrastrutture, in digitalizzazione e in sostenibilità, insieme alle importanti riforme che abbiamo iniziato e ci apprestiamo a implementare”.

Secondo Latini le imprese italiane si troveranno ad operare in un contesto economico interno più reattivo, più solido, più moderno. “Ecco quindi che la connessione tra Pnrr ed export diventa davvero chiara. Le aziende potranno sviluppare gli strumenti per migliorare la loro offerta produttiva e commerciale – incrementando le loro vendite sul mercato domestico e nel mondo – innescando così un vero e proprio circolo virtuoso. E, come evidenziato nel rapporto, di tutto questo ne trarrà beneficio l’export, il driver storicamente più importante per la crescita del nostro Paese. Sace proseguirà a sostenere le esportazioni delle aziende italiane attraverso la nostra offerta di soluzioni assicurativo-finanziarie e di servizi di accompagnamento (dalla formazione con SACE Education, ai business matching della nostra Push Strategy). Non solo. Il Pnrr sarà un’altra occasione per utilizzare il sistema delle garanzie a supporto e integrazione di risorse pubbliche e private, a sostegno dei progetti e delle imprese coinvolte, creando spazi per schemi di Partnership pubblico-privata (PPP) e coinvolgendo anche il mercato finanziario (banche, assicurazioni e fondi). Mai come in questo momento infatti – conclude Latini – è importante ‘fare sistema’, cercare ogni possibile dialogo tra i diversi attori del mondo economico. L’Italia ha dato prova in questo momento complesso di una grande coralità, sulla quale bisogna continuare a fare leva, in un gioco di squadra diretto ad un unico obiettivo: quello della ripartenza del nostro Paese, che passa dagli investimenti per la crescita, il capitale fisico e umano e la produttività”.

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