Non verrà realizzato prima del 2015 il nuovo gruppo della centrale termoelettrica E.On di Fiume Santo. A dare oggi la notizia la direttrice degli Affari istituzionali della multinazionale tedesca, Raffaella Di Sipio, durante il tavolo con la Regione. dopo la notizia di 60 esuberi nell’impianto sardo entro il 2013.
Dopo la notizia di 60 esuberi nell’impianto sardo entro il 2013, la vertenza si prepara ad arrivare al ministero dello Sviluppo economico il prossimo venerdì 15 febbraio. “E.On non compirà alcun investimento sino al 2015 per la costruzione della nuova centrale – ha spiegato la dirigente – Per il lungo periodo ancora non si sa nulla, resta invece confermato che le sezioni 1 e 2 ad olio dovranno essere chiuse entro il 2013”.
Forte la protesta dei sindacati che hanno chiesto all’azienda di rispettare gli impegni per la realizzazione del nuovo gruppo o, di trattare con un nuovo acquirente interessato a investire in Sardegna. Si tratta di “un’infrastruttura assolutamente necessaria – ha sottolineato l’assessore Zedda – anche nell’ambito del piano energetico regionale che sarà operativo a breve e che al più presto sarà pubblicato on line sul sito internet della Regione”.
Il sindacato, da parte sua, ha sollecitato la Regione a “revocare le autorizzazioni sul fotovoltaico e a rendere incompatibili le ragioni della permanenza nel territorio di E.On, prevedendo anche eventuali azioni legali nei confronti dell’azienda”.
In queste ore i sindaci di Sassari e di Porto Torres, Gianfranco Ganau e Beniamino Scarpa, hanno annunciato iniziative a carattere amministrativo. Ganau ha chiarito che emanerà “un’ordinanza di chiusura dei gruppi 1 e 2. Se poi il prefetto concederà la deroga ricorrerò anche al Tar. Questa azienda è inaffidabile e se ne deve andare” ha detto. “Questi due gruppi – ha infine commentato la presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici – devono essere totalmente eliminati – E allora anche il 3 e 4 dovranno andare in deroga, una situazione che non si può tollerare”.