Coronavirus, navi da crociera italiane. Federagenti: “Sì all’attracco nei porti”

Dura protesta del presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, che si è soffermato sulla necessità di riportare a casa i marittimi e i passeggeri italiani imbarcati sulle navi da crociera italiane. La questione riguarda i natanti battenti bandiera italiana, alle quali diverse istituzioni locali, per altro non competenti sulle tematiche marittime, vorrebbero vietare l’attracco nei porti italiani: “Il Paese si sta faticosamente abituando a ottemperare anche a norme che violano la libertà personale. Ma pretendere anche di violare quelle norme eccezionali che sono state messe a punto proprio per affrontare l’emergenza virus anche in settori delicati come quello marittimo, va davvero oltre ogni anche pur vaga concezione dello Stato di diritto”. Duci ha fatto seguito al recente appello alla solidarietà lanciato dall’ammiraglio comandante del Corpo delle Capitanerie di porto, Giovanni Pettorino, e alla ribadita necessità di riportare a casa i marittimi e i passeggeri italiani imbarcati sulle navi da crociera italiane.

“Il decreto della Presidenza del Consiglio – ricorda Duci – varato il 19 marzo scorso, fa esplicitamente riferimento alle navi da crociera che battono bandiera italiana e all’obbligo di garantire il loro attracco nei porti italiani. È ovvio che ciò debba avvenire ponendo in essere tutte le misure possibili a tutela della salute pubblica, ma pensare di rimettere in discussione a ogni occasione pratica quanto previsto dalla legge è davvero troppo”.

Apprezziamo la diplomazia del Comandante Generale e le azioni di coordinamento della ministra De Micheli – si legge nella nota di Federagenti –  ma mi chiedo perché un cittadino che violi l’obbligo di restare a casa, introdotto dal Governo, venga giustamente sanzionato, mentre qualsiasi amministratore locale, che fino a qualche settimana fa declamava l’importanza del turismo croceristico sul proprio territorio, possa impedire impunemente l’applicazione di una legge nata nello stesso contesto.

“Evitando pure di citare le convenzioni internazionali – conclude il Presidente di Federagenti – che coralmente riconoscono il diritto delle navi ad attraccare nei porti per affrontare situazioni di emergenza, invitiamo le istituzioni, siano esse Regioni, sindaci o ancor di più singoli parlamentari, a consentire agli uomini che operano nei porti e che sono responsabili in campo marittimo a svolgere il loro lavoro che in questi giorni è già abbastanza difficile e complesso. Di tutto, questi uomini hanno bisogno, meno che di discussioni e conflitti di competenze”.

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