Coronavirus, la proposta della Coldiretti: “Forme di pecorino ai meno abbienti”

Dalla grave crisi sanitaria ed economica del Covid-19 arriva una notizia positiva dal Pecorino romano Dop, il formaggio più importante per il comparto lattiero caseario sardo, prodotto con oltre il 60 per cento del latte ovino e che condiziona la remunerazione del latte ai pastori. Crescono le sue vendite nel mercato interno e in export e contemporaneamente cresce anche il prezzo. Le esportazioni negli Usa continuano a confermare anche nei primi 3 mesi del nuovo anno un trend positivo. Chi invece è fortemente penalizzato dalla crisi sono i pecorini (ma anche i vaccini) freschi e molli. La drastica riduzione delle vendite di questi formaggi sta da una parte penalizzando fortemente tutti i piccoli produttori e quelle cooperative e industrie di trasformazione del latte che li producono.

Secondo Coldiretti Sardegna questo è il momento in cui tutta la filiera con il coinvolgimento della Regione, deve saper programmare i prossimi mesi di produzione dei pecorini. “Riteniamo importante la convocazione a stretto giro da parte del presidente Solinas di un tavolo tematico – dice il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. È necessario, in questo momento anomalo ma decisivo per l’annata, fermarsi e fare il punto. Dobbiamo innanzitutto tutelare e salvaguardare i formaggi a bassa stagionatura, che si stano ritagliando uno spazio nel mercato e adesso rischiano di uscirne indeboliti danneggiando soprattutto quei caseifici che più di tutti hanno investito nella diversificazione delle produzioni. Dall’altra abbiamo anche il dovere di contenere le produzioni e di conseguenza governare il mercato del Pecorino romano che da un anno a questa parte conferma prestazioni positive”.

“In questo momento epocale di grave crisi ci sono tutte le condizioni per azioni straordinarie e responsabili consentendo di continuare a dare stabilità al comparto”, sostiene il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba. “Proponiamo – spiega Cualbu – lo stanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione a favore in questo caso dei formaggi a breve stagionatura e delle famiglie meno abbienti. Si tratterebbe di acquistare questi formaggi dai caseifici per donarli alle 120mila famiglie senza reddito”. “Un vero esempio di economia circolare – sottolinea Saba – in cui la Regione non fa un intervento di mero assistenzialismo ma sostenendo contemporaneamente due settori, la filiera lattiero casearia e le famiglie indigenti, promuove ed educa al consumo del cibo locale a km0, sicuro e garantito”.

 

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