Chimica verde, progetto Matrica rimane al palo: è mobilitazione a Porto Torres

Il progetto Matrìca per fare di Porto Torres un polo d’eccellenza della chimica verde resta al palo. Le aziende della joint venture, cioè Novamont e Versalis, hanno dichiarato ufficialmente che non possono garantire il rispetto del Protocollo di intesa del 2011 e proseguire con gli investimenti della “fase tre”, prevalentemente a causa di diatribe societarie. Le voci di uno stop agli investimenti nell’ex petrolchimico di Porto Torres erano nell’aria da tempo, ma sono state ufficializzate ieri sera, nel corso di un vertice che si è tenuto a Sassari con Regione, sindacati e i rappresentanti di Matrìca.

Contro questo passo indietro dei due colossi industriali si sono immediatamente pronunciati i rappresentanti istituzionali: “C’è una difficoltà che riguarda i rapporti tra i soci di Matrica rispetto alla realizzazione della terza fase e la Sardegna e Porto Torres non possono pagare il prezzo di un problema che non riguarda la Regione. C’è un accordo del 2011, siglato da tutti, e noi esigiamo che sia rispettato e che si trovi al più presto una soluzione ai problemi emersi – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – Chiediamo con forza che gli investimenti non solo siano confermati ma che la filiera della chimica verde sia completata in linea con le prospettive disegnate nel 2011″. Alle parole di Pigliaru hanno fatto eco quelle dall’assessora regionale all’Industria, Maria Grazia Piras: “Il protocollo per la chimica verde a Porto Torres del 2011 è un piano di rientro di un debito di deindustrializzazione che Eni e Novamont hanno sottoscritto e che devono al territorio. In altre parti d’Italia i progetti stanno procedendo. Chiediamo a Novamont di chiarire una volta per tutte la propria posizione e, a Eni, di confermare i propri impegni per sostenere eventuali investimenti alternativi, sempre nel campo della chimica verde”. Deciso alla battaglia anche il sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler: “Il territorio si deve ribellare immediatamente e opporsi a quella che si sta rivelando una grande presa in giro per Porto Torres e per tutto il nord Sardegna. La nostra città non potrà pagare nuovamente il prezzo di una nuova ed ennesima crisi industriale, in un’area già pesantemente martoriata. Ho già chiesto l’impegno del governo: l’esito della riunione è stato comunicato ai ministri Luigi Di Maio e Barbara Lezzi”.

 

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