Cgil sarda, Durante confermato segretario. Landini a Cagliari attacca sul Galsi

“Riunire gli Stati generali della Sardegna, mettere a confronto le migliori energie della scuola, dell’università, della cultura, dell’imprenditoria e del lavoro, della scienza e della ricerca, con l’obiettivo di indicare un percorso di modernizzazione, di cambiamento, di futuro della Sardegna”. È l’appello che arriva dal 15simo congresso regionale della Cgil che si è aperto ieri mattina a Cagliari. Nella sua relazione d’apertura il segretario uscente, che sarà riconfermato al termine dei lavori congressuali, Fausto Durante ha chiamato a raccolta tutte le forze sociali, politiche ed economiche dell’Isola, davanti al leader nazionale Maurizio Landini.

“Di fronte alle tante emergenze della Sardegna, dalla grave condizione della sanità alla drammatica situazione dei trasporti e della mobilità interna, passando per la tutela dell’ambiente e lo spopolamento – ha detto il segretario – si avverte davvero il bisogno di fare quadrato, tutti insieme, per mettere a disposizione dell’Isola le proprie energie e la propria capacità di proposta”. “Chiediamo a chi ha responsabilità nella gestione della cosa pubblica – ha aggiunto – ad ogni dimensione amministrativa, dalla Regione fino al più piccolo dei Comuni, di alzare lo sguardo, di andare oltre le piccole beghe quotidiane, le diatribe su questa o quella poltrona, le liti e i contrasti incomprensibili per i cittadini, di superare una dimensione troppo poco ambiziosa della discussione pubblica, in cui spesso la politica langue”.

Il leader nazionale della Cgil, Landini, ha attaccato il Governo Meloni sull’accordo con l’Algeria e sulla prospettiva di avere il gasdotto Galsi nell’Isola. “Bisogna cominciare a fare le scelte che guardano al futuro: il gas come tutte le fonti fossili è destinato a finire. Pensare di diventare nel Mediterraneo l’hub del gas in Europa, quando non ne produciamo, significa mantenere la dipendenza verso altri soggetti e trasferire questa dipendenza dalla Russia ad altri Paesi”, ha detto Landini. “Oggi se vogliamo diventare sovrani sul piano dell’energia dobbiamo diventare l’hub delle energie rinnovabili – aggiunge -. Un conto è gestire la transizione, un conto è fare gli investimenti per pensare a cosa deve diventare il nostro Paese tra dieci anni. Gestire la transizione significa avere una vera politica industriale, con un occhio agli investimenti del futuro, e qui non sembra che ci sia una politica degna di questo nome”.

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