La mappa delle bruttezze cagliaritane: da Monte Urpinu al Marino ecco le incompiute in città

Dal Poetto a San Michele, da Monte Urpinu a via Roma: le incompiute di Cagliari non hanno limiti e non hanno quartiere. Si estendono dal centro alle periferie, fanno bella mostra (si fa per dire) di sé davanti ai croceristi appena sbarcati in vacanza o agli automobilisti che arrivano in città dalla statale Carlo Felice. Ecomostri, ruderi, strutture appena abbozzate e mai finite o lasciate in rovina deturpano il paesaggio urbano e sono il simbolo evidente di denaro sprecato, quasi sempre pubblico.

La lista delle bruttezze cagliaritane oggi si trova nero su bianco su Cagliari Incompiuta, portale dedicato proprio alle opere mai finite della città. Il progetto, nato all’interno del master “Management dei prodotti e servizi della comunicazione” dell’Università di Cagliari, si propone di creare un database sull’altro lato del capoluogo, quello fatto di “Scheletri di cemento su beni naturali tutelati, costruzioni sul mare, palazzi fatiscenti, edifici abbandonati: il retro della Cagliari da cartolina”, come si legge nella presentazione del sito.

Dietro il portale, costruito con documenti, interviste, immagini, ci sono sei studenti del Master: Andrea Deidda, Daniela Casula, Daniela Eleonora Medda, Lucrezia Degortes, Marco Valerio Loi e Stefania Gambella. “La città di tutti i giorni, oltre le facciate, mostra ai cagliaritani anche l’altro lato della medaglia – scrive Deidda – soldi sprecati in opere inutili, colli millenari sventrati in nome di interessi privati, ettari di verde sacrificati per lasciare spazio a colate di calcestruzzo. È l’epilogo di una storia di edilizia selvaggia iniziata nel secondo dopoguerra e che ha avuto il suo culmine tra il 1980 e 2000, complici scelte politiche dissennate e spesso volte a soddisfare pochi a discapito della comunità”.

Nell’Anagrafe delle Opere Incompiute redatta annualmente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che pure registra ben 67 siti in tutta la Sardegna, Cagliari non compare. Eppure basta guardarsi intorno per la città e rendersi conto che anche il capoluogo vanta diverse strutture mai finite: l’ex Ospedale Marino sul litorale del Poetto, l'”ecomostro” sul colle di San Michele, l‘ex cava sul colle di Monte Urpinu, il Terminal Crociere sul Molo Ichnusa del porto cagliaritano, la piscina mai nata tra via Campeda e via Abruzzi, le torri di Monreale sono le sei elencate nel portale Cagliari Incompiuta. Monumenti dalla storia complessa che hanno attraversato i decenni tra pratiche urbanistiche, concessioni, conferenze di servizi, autorizzazioni prima firmate e poi negate, cambi di destinazione. L’elenco è consultabile sulla mappa interattiva creata da Daniele Casula:

LE IMMAGINI SUL PORTALE CAGLIARI INCOMPIUTA

Il caso più emblematico tra tutti è sicuramente l’ex Marino, colonia progettata negli anni Trenta del secolo scorso da Ubaldo Badas e poi usata come ospedale tra il 1947 e il 1982. Dagli anni Ottanta ha inizio l’odissea tra continue discussioni sulla sua nuova destinazione, i vincoli della Soprintendenza che limitano i lavori e quelli dell’assessorato alla Sanità per l’accreditamento come struttura ospedaliera. Ancora oggi si attende di dare esito al bando aggiudicato alla società toscana Prosperius per la creazione di un centro di riabilitazione, nel 2013 sembrava tutto pronto per l’avvio dei lavori ma poi sono arrivati ulteriori problemi. A fine 2015 il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha proposto una nuova ipotesi, la trasformazione del Marino in hotel sul mare.

Nel frattempo il rudere è sempre lì, sopravvive al maestrale, alle mareggiate, allo scorrere delle stagioni.

Francesca Mulas

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