Asl 7, i francesi vincono l’appalto. E i dipendenti sardi della Tepor ora rischiano il posto

Sindacati sul piede di guerra nel Sulcis. Ancora una volta sono le vertenze che hanno come oggetto i licenziamenti a tenere banco. Questa volta sono i dipendenti dell’azienda Tepor di Cagliari, che assicura le manutenzioni negli ospedali della ASL 7 di Carbonia Iglesias, a rischiare il proprio posto di lavoro.

In pillole la questione è sempre la stessa. L’azienda che aveva l’appalto precedente perde la nuova gara e l’azienda vincitrice si rifiuta di assumere il personale. Il caso in questione ha, però, una particolarità: l’azienda che si è aggiudicata l’appalto di manutenzione degli ospedali di Iglesias e Carbonia è una multinazionale d’oltralpe, francese per l’esattezza.

Che c’è di strano? Si dirà. Niente, in situazioni di ordinarietà. Viviamo in un mondo globalizzato. Possiamo andare da un capo all’altro del mondo senza difficoltà alcuna. Facciamo parte dell’Unione Europea, come la Francia. Dunque è tutto in regola?

Neanche per idea. La situazione occupazionale del Sulcis è diventata un “caso” nazionale. Con migliaia di cassaintegrati e disoccupati la provincia di Carbonia Iglesias è una polveriera pronta ad esplodere. E non può permettersi ulteriori perdite nel già fragile e provato tessuto economico.

I sindacati sono andati su tutte le furie, quando hanno saputo delle decisioni che si andava ad assumere, ossia il licenziamento di 19 lavoratori che da anni lavorano negli impianti tecnici degli ospedali del Sulcis, assicurando i servizi primari, come acqua, energia, climatizzazione, aria compressa etc.

“ Abbiamo chiesto un incontro urgente al Direttore Generale della ASL 7, Maurizio Calamida – ha detto Daniela Piras, segretaria territoriale della Uilm,  anche a nome dei colleghi della Cisl e della Cgil, Rino Barca e Roberto Forresu – per capire quali dinamiche si stanno utilizzando per garantire l’occupazione delle maestranze impegnate da anni, e quindi specializzate, nelle manutenzioni degli ospedali”.

“ Ci è stato comunicato che l’azienda transalpina aggiudicataria dell’appalto – aggiunge Daniela Piras – non sembra intenzionata a rilevare, quindi a riassumere, il personale che fino a ieri prestava servizio alle dipendenze della Tepor, l’azienda che assicurava i servizi di manutenzione. Tutto questo è inaccettabile. In questo particolare momento di crisi economica, il territorio non può permettersi di perdere neanche un posto di lavoro. Ne abbiamo persi fin troppi. Inoltre il fatto che a licenziare sia anche un’azienda che non è neppure italiana, assume connotati ancora più gravi. La nostra posizione, che è unitaria anche con le segreterie confederali, è molto precisa: la posizione aziendale viene rigettata in toto, è stato dichiarato lo stato di agitazione del settore tecnico degli ospedali fino a quando non verrà chiarita questa situazione assurda che non ha nessuna giustificazione plausibile”.

Carlo Martinelli

 

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