Ex Alcoa, Sider Alloys: pieno regime nel 2020, 5% della società agli operai

Gli impianti ex Alcoa di Portovesme inizieranno nuovamente a produrre alluminio a maggio dell’anno prossimo e gireranno a pieno regime nel settembre del 2020. Il cronoprogramma per il riavvio della fabbrica è stato presentato stamane a Roma negli uffici del ministero dello Sviluppo economico dai vertici di Sider Alloys, al società svizzera che ha rilevato lo stabilimento di Portovesme. Il nuovo assetto societario, a valle dell’accordo con la compagine elvetica, prevede la partecipazione di Invitalia al 20%, di cui il 5% destinato alla partecipazione diretta dei lavoratori attraverso il modello della governance duale sulla cui implementazione il Mise è in attesa di ricevere le osservazioni di tutte le parti sindacali.

Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato le assessore regionali dell’Industria e del Lavoro, Maria Grazia Piras e Virginia Mura, il Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione, Gianluca Serra, e il Coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, si è discusso anche delle modalità di riattivazione degli impianti, del piano di lavoro e degli ammortizzatori sociali. “In particolare – si legge in una nota della Regione – sono stati esaminati gli interventi per il riavvio dello smelter e il programma per la ricollocazione dei lavoratori con l’obiettivo di garantire un futuro durevole e produttivo per lo stabilimento sulcitano”.

“In fabbrica, al momento, hanno ripreso a lavorare nove tecnici ex Alcoa per la verifica nei diversi reparti – prosegue la nota – in attesa che si definiscano le modalità per il revamping (rimodernamento degli impiantindr) attraverso la scelta di un soggetto esterno, con la stipula di un contratto prevista per il prossimo 8 giugno. Si è appreso inoltre che il completamento di questa prima fase di attività dei test è prevista per fine maggio di quest’anno e fornirà informazioni fondamentali per indirizzare il riavvio”.

“Secondo quanto previsto dal cronoprogramma inserito nel Piano industriale – si legge – lo stabilimento assorbirà i primi 50 lavoratori a settembre 2018 e inizierà a produrre gradualmente a partire da maggio 2019, mentre per il funzionamento a pieno regime, con il coinvolgimento di 376 lavoratori più 50 contrattisti fissi, la data fissata è quella di settembre 2020″.

Gli esponenti della giunta regionale hanno sollecitato la Sider Alloys affinché in questa prima fase, preparatoria al revamping, sia valorizzata l’imprenditoria locale, a condizioni di mercato, in piena trasparenza e con il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali della Sardegna. “L’azienda, accogliendo l’invito della Regione ha ribadito di voler coinvolgere e sostenere l’economia del territorio in vista della ripresa produttiva dello stabilimento di Portovesme e ha manifestato l’intenzione di inserire, nel contratto con la società che si occuperà della ristrutturazione, una clausola in questo senso”.

Sul fronte della partecipazione azionaria alla nuova società, l’amministratore di Invitalia, Domenico Arcuri, ha quindi annunciato che la delibera del CdA che definisce la partecipazione al capitale sociale con una quota del 20%, è alla registrazione della Corte dei conti e dovrebbe essere ratificata la settimana prossima. Inoltre, Invitalia ha dichiarato che, sempre la settimana prossima, sarà firmata la delibera del Contratto di Sviluppo, a seguito della quale l’azienda potrà richiedere l’anticipazione di una parte dei fondi per l’avvio delle attività che dovranno partire entro sei mesi.

Infine, la questione degli ammortizzatori sociali. Le risorse per il 2018 sono esaurite, e per questo motivo il Ministro dello Sviluppo Economico si farà portatore, insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di una proposta di rifinanziamento attraverso un decreto legge delle norme che assegnano le risorse destinate agli ammortizzatori sociali per le Aree di crisi industriale complessa, tra le quali Portovesme e Porto Torres. Si tratta di una situazione straordinaria per il quale il Mise auspica il coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

Per Rino Barca, della Fim Cisl Sardegna, la soluzione individuata per l’ex Alcoa di Portovesme è “un miracolo industriale che senza il ministro Calenda sarebbe stato impossibile”. Quanto al piano industriale, Barca ha sostanzialmente confermato i numeri circolati in questi giorni, con il riassorbimento graduale di 378 dipendenti, ma si è detto preoccupato sul tema del rifinanziamento degli ammortizzatori, perché, ha spiegato, “i lavoratori ancora non hanno preso il primo semestre e per il secondo mancano le risorse. C’è l’impegno a chiedere alla presidenza del Consiglio il rifinanziamento per il secondo semestre e il 2019, ma se il decreto arrivasse a fine anno sarebbe un disastro. Abbiamo chiesto di fare presto, anche con l’aiuto dei sindacati a livello nazionale”.

 

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