Alcoa, “piccoli passi avanti nella trattativa con Klesch”. Lunedì 300 operai a Roma

“Esistono dei piccoli passi avanti nella trattativa con la Klesch, la società svizzera interessata all’acquisizione dello stabilimento Alcoa, che ci portano ad avere un moderato ottimismo. Ma è necessario tenere un fronte unito per la difesa di questa realtà, per ciò che rappresenta per se stessa ma anche per quello che può rappresentare per il territorio del Sulcis”. Questo in sintesi il pensiero del Presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci nell’incontro che si è svolto questa mattina a villa Devoto con le organizzazioni sindacali regionali, territoriali e di fabbrica.

I risultati del faccia a faccia sono stati riferiti oggi pomeriggio durante l’assemblea di fabbrica, convocata in previsione della trasferta romana di lunedì prossimo dove circa 300 tute blu andranno a far sentire al Governo tutta la loro rabbia. La parola d’ordine dunque è “resistere”. Questo il filo conduttore che ha contraddistinto gli interventi che si sono succeduti in assemblea, presenti operai diretti e delle imprese, dove si è messa a fuoco l’imprescindibile necessità di mantenere alta l’attenzione sul problema del riavviamento dello stabilimento che lavora l’alluminio, unico in Italia, e sul problema di mantenimento degli ammortizzatori sociali, soprattutto per gli operai delle imprese d’appalto, l’anello più debole di tutta la vicenda, i quali ricevono i sussidi a singhiozzo.

I sindacalisti però hanno anche ricordato a Cappellacci e all’assessore all’industria Liori, presente anch’egli all’incontro di questa mattina, che le bonifiche, le infrastrutture e i lavori sul porto di Portovesme sono rimasti solo buoni propositi.

“Per il dragaggio del porto, in particolare – riferisce Rino Barca della FimCisl – non esiste neppure una progettazione di massima”. “Tutti lavori – aggiunge Daniela Piras della Uilm, che avrebbero permesso un po’ di respiro almeno ai lavoratori delle imprese, i più provati da questa situazione”.

“Ecco perché è necessaria la massima mobilitazione – rimarca Roberto Forresu della FiomCgil – per far capire al Governo l’importanza di questa partita per l’intero territorio”. “Partiamo col biglietto di sola andata con la tendina nello zaino – avverte Massimo Cara, rsu Cisl – perché da Roma dobbiamo rientrare con delle risposte da dare alle nostre famiglie”.

Al tavolo del ministero saranno presenti anche i vertici Alcoa, che stanno valutando le nuove proposte presentate dalla Klesch, che dovranno sciogliere le riserve e dire con certezza se sono ricevibili o meno.

“In ballo ci sono circa 100 milioni di euro che la multinazionale americana dovrebbe sborsare – dice Angelo Diciotti, della CssCub – cifra stimata e occorrente per riavviare lo stabilimento, così come prevedono gli accordi sottoscritti il 27 marzo 2012. Non solo. Esiste la produzione di alluminio sardo, circa 150 mila tonnellate, che l’Alcoa probabilmente non vuole cedere. Infine ci sono gli accordi con i partner internazionali secondo i quali negli stabilimenti sparsi nel mondo si doveva ridurre progressivamente la produzione di metallo. Portovesme purtroppo è uno di quelli”.

I “caschetti duri e testardi” dell’Alcoa dunque si preparano all’ennesima trasferta oltremare. “La Tirreni -, fanno sapere i sindacalisti – ci ha offerto il passaggio in nave. Questo ci fa onore e ci rende ancora più determinati nella consapevolezza che in questa battaglia non siamo soli”.

Carlo Martinelli

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