Nel caso in cui non ci fosse alcun interessamento concreto per lo stabilimento di Alcoa di Portovesme, l’azienda “potrà cedere l’impianto ad Invitalia che espleterà la procedura di smantellamento, previo riconoscimento da parte di Alcoa delle somme necessarie ad adempiere a questa operazione“, ma “in nessun caso, neanche per un periodo transitorio, Invitalia potrà ammodernare, avviare o gestire l’impianto di Portovesme se non per le attività di smantellamento“. Lo afferma il Mise in una nota.
“Nel caso di cessione dell’impianto ad un investitore – prosegue la nota – verrà utilizzata Invitalia in funzione di ‘filtro’ (come espressamente richiesto da Alcoa per evitare di mantenere delle responsabilità nel caso in cui l’investimento del nuovo soggetto non fosse coronato da successo). Vi sarebbe, in tal caso, un passaggio contrattuale contestuale da Alcoa a Invitalia e da Invitalia al nuovo investitore”.
Sono questi gli impegni assunti dal ministero per evitare lo smantellamento immediato dell’impianto e “a fronte dell’impegno di Alcoa a garantire un congruo periodo di tempo ulteriore per cercare un nuovo acquirente”. Alcoa si è riservata di analizzare la proposta è di rispondere nel più breve tempo possibile e un nuovo incontro convocato dal Governo è previsto entro la fine del mese. Nella nota il ministero conferma poi che Glencore non ha risposto alla lettera inviata dal Ministro Calenda all’Amministratore delegato della società sulle condizioni di una eventuale acquisizione dell’impianto e che lo stesso Calenda ha firmato oggi il riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il territorio del Sulcis.