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L’Aias adesso licenzia. Lavoratori in rivolta

Dà lavoro a oltre mille dipendenti ed  una della più grandi imprese private della Sardegna. E’ l’Aias (Associazione italiana assistenza spastici) che fa capo alla famiglia Randazzo. Impresa “privata” dal punto di vista formale, perché l’Aias  da sempre si occupa di assistenza ai soggetti svantaggiati in regime di convenzione pubblica. Adesso è in crisi, attraversa una situazione economica esplosiva e, poiché la Regione annuncia un taglio del 30% sulle prestazioni in convenzione per l’anno 2013, ha annunciato il licenziamento di 133 lavoratori.

I sindacati sono sul piede di guerra: respingono al mittente i licenziamenti e chiedono che l’azienda attivi gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge. Lo fanno anche rivolgendosi al Presidente Cappellacci e all’assessore alla Sanità Simona De Francisci che accusanoi di “comportamento latitante carico di vergogna e di indecenza” nei confronti di una vertenza che si trascina ormai da anni e che oggi assume risvolti drammatici.  Ma lo fanno anche rivolgendosi al Prefetto di Cagliari Giuffrida che, al contrario della Regione, li ha ricevuti il 28 gennaio. Un incontro definito però “deludente sul piano costruttivo” in cui sono stati illustrati i vari aspetti della questione e di cui, il Prefetto, si è fatto carico di intervenire presso la Regione attivando i propri canali istituzionali per sensibilizzarla.

Per martedì, 5 febbraio, CGIL-CISL-UIL hanno convocato l’assemblea generale di tutti i lavoratori Aias Sardegna nella sede Cisl di via Ancona a Cagliari, preparatoria alla giornata di sciopero già programmata per il giorno 18 febbraio di tutti i Centri Aias della Sardegna.

L’Aias attualmente dà lavoro a 1005 dipendenti sparsi nei suoi 39 centri della Sardegna. Se la procedura avviata dall’azienda il 7 gennaio andrà avanti, il taglio sull’organico complessivo sarà del 13%, una vera mazzata per la già disastrosa situazione occupazionale dell’Isola.

“L’organico dell’Aias si è ridotto in tre anni di circa 250 unità, passando dai 1260 agli attuali 1005 dipendenti con 570.000 prestazioni  – spiega Efisio Aresti, segretario territoriale UIL F.P.L. del Sulcis-  mantenendo però invariato il numero delle prestazioni esercitate, quindi con un aggravio dei carichi di lavoro e con gli organici ridotti all’osso”. Oggi la Regione annuncia un taglio del 30% su queste prestazioni e l’Aias, di rimando, risponde con un ulteriore taglio sul personale del 13%.

I conti non tornano. Non solo, l’azienda Aias già dagli anni Novanta vanta un credito nei confronti delle Asl di circa 30 milioni di euro, credito che è cresciuto fino ad arrivare, oggi, a più di 40 milioni di euro.

A denunciare la situazione economico finanziaria è la stessa Aias con un report economico che abbraccia 24 anni della sua storia di assistenza a disabili e anziani non autosufficienti: dal lontano 1988 fino ad oggi. Nel report  la dirigenza riepiloga la situazione creditizia  nei confronti delle otto Aal della Sardegna, appunto 40 milioni e 650 mila euro.

Ma questi crediti sono tutti dovuti? “Abbiamo avuto vari incontri nell’ultimo anno, sia con i funzionari della Regione sia con i direttori Generali delle Asl -continua Efisio Aresti –  Stando a quanto da loro dichiarato, e da ciò che risulterebbe dagli atti amministrativi delle Asl, buona parte di questi crediti non sarebbe dovuta. Inoltre una recentissima sentenza del Tar di Cagliari, a cui l’azienda si era rivolta per la tutela dei propri interessi nei confronti delle Asl, ha dato ragione all’Aias solo su una parte di questi crediti”.

Il dubbio dei sindacati è che la situazione economica denunciata dall’Aias possa nascondere una gestione non proprio sana e cristallina del patrimonio, umano e immobiliare.

“Noi sindacati chiediamo che le Asl e la Regione verifichino la reale situazione debitoria nei confronti dell’Aias. Fare impresa significa anche esporsi a dei rischi che gli imprenditori conoscono bene ma questi ultimi non possono in alcun modo essere scaricati sui lavoratori”.

“A questo proposito vogliamo denunciare ed evidenziare la grande difficoltà che stanno attraversando i dipendenti AIAS Regione e le loro famiglie che vantano anche loro dei crediti nei confronti dell’azienda: sono in arretrato di 4 mensilità più la tredicesima e sono due mesi che non percepiscono stipendio. Nonostante ciò, stanno continuando a prestare la loro opera perché non siano poi gli utenti, beneficiari dei servizi, a farne le spese. Molti operatori si fanno addirittura carico delle spese di trasporto per le terapie domiciliari”.

Carlo Martinelli

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