Vogue racconta la Costa Smeralda, e Atlas Obscura celebra le lorighittas

Il mondo, grazie alla Rete, incontra sempre più spesso la Sardegna. A volte per caso, attraverso  articoli dedicati ai viaggi, o alla gastronomia, o alla scienza. O, quando si verificano, per via di grandi fatti di cronaca. A volte per mezzo di Google o di altri motori di ricerca. In Dicono di Noi esploriamo, settimana dopo settimana, le notizie che fanno scoprire l’Isola al mondo.

Nell’estate, la Sardegna si riposa nella scena mondiale: questa settimana compare sulla rete soprattutto come meta turistica. Si parla molto della presenza di George Clooney e consorte in terra sarda, e molte delle nuove che appaiono sulla rete sono abbastanza scontate. Ma a volte sono, in una certa misura, “nobilitate” dal prestigio della testata. Parliamo infatti di  Vogue, precisamente dell’edizione britannica del magazine di moda più importante al mondo, che ha pubblicato  una guida alla Costa Smeralda. Ecco l’incipit dell’articolo:

La Sardegna è la ruvida isola del Mediterraneo che dagli anni ’60 è diventata una delle più popolari destinazioni del jet-set, grazie al principe Aga Khan che, mentre navigava col suo yacht, si innamorò di una distesa incontaminata di 20 chilometri di costa bagnata da strabilianti acque cristalline. Il suo sogno era quello di creare una destinazione chic che si armonizzasse con l’affascinante bellezza naturale dell’isola; e la realizzazione del sogno divenne realtà con la nascita della favolosa Costa Smeralda. È la culla del “lusso europeo a piedi nudi” che continua a regnare fino ad oggi, meta prediletta di George e Amal Clooney, Rihanna, Elton John e Barack Obama che passano (e si fermano) durante la lunga stagione estiva per assaporare i piatti di una scena gastronomica di fama mondiale, e per tuffarsi nelle fresche acque verdi.

L’articolo, bisogna dirselo, può suonare un po’ irritante. Descrive un territorio che geograficamente appartiene alla Sardegna, ma potrebbe essere in qualunque parte del mondo. Indirizzato a lettori assai benestanti,  il pezzo di Vogue chiarisce molto bene che questa “distanza” della Costa Smeralda dalla Sardegna è determinata dai costi inarrivabili per la stragrande maggioranza degli appartenenti al genere umano.  Le descrizioni dell’Hotel Ramazzino, del ristorante Cala di Volpe e dello shopping  a San Pantaleo suonano come racconti di altre galassie per il 95 per cento della popolazione del mondo. E un altro elemento salta all’occhio in passaggi come questo, a proposito del ristorante Il Pescatore:

Questa è un’istituzione di Porto Cervo, con un taglio casalingo: il che significa che per trovare l’abito perfetto vale la pena ripassare la filmografia di Federico Fellini nella sua classicità italiana, prima di cenare col polpo appena pescato, mentre il sole tramonta sulla romantica terrazza a picco sul lungomare.

La Costa Smeralda appare come una sorta di parco giochi  dove i più ricchi possono vivere un’idea non tanto di Sardegna quanto di Italia ferma nel tempo.

All’opposto, Atlas Obscura (Magazine di viaggio e culture, Stati Uniti) parla inequivocabilmente di Sardegna. L’articolo infatti è dedicato alle lorighittas; ricostruisce la storia di questo speciale tipo di pasta, spiega che nasce in un paese chiamato Morgongiori, e ne sottolinea il suo carattere artigianale:

Le lorighittas devono essere fatte a mano – non possono essere replicate da una macchina, a differenza della maggior parte delle delle varietà di pasta secca. Gli artigiani della pasta lorighittas, spesso donne, si esercitano per anni per riuscire a riprodurre la loro forma distintiva. Rotolano l’impasto in sottili corde, le avvolgono due volte attorno all’indice e al medio; i due fili risultanti vengono poi delicatamente arrotolati con una torsione e sono strappati con attenzione per formare un anello. Un chilo di lorighittas può richiedere un intero giorno di lavorazione. Coloro che sono in grado di padroneggiare la loro forma sono celebrati alla Sagra delle lorighittas a Morgongiori, ogni anno all’inizio di agosto.

Un’ode, insomma, a questo prodotto sardo.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share