Il DNA sardo fa il giro del mondo. E una regista sardo-australiana racconta le servitù militari

Il mondo, grazie alla Rete, incontra sempre più spesso la Sardegna. A volte per caso, attraverso  articoli dedicati ai viaggi, o alla gastronomia, o alla scienza. O, quando si verificano, per via di grandi fatti di cronaca. A volte per mezzo di Google o di altri motori di ricerca. In Dicono di Noi esploriamo, settimana dopo settimana, le notizie che fanno scoprire l’Isola al mondo.

La notizia secondo cui il DNA di alcuni sardi ha caratteristiche peculiari fa il giro per il mondo. Genome Web (sito scientifico statunitense) dedica  un articolo alla scoperta, sottolineando come i geni di alcuni abitanti delle aree montuose della Sardegna sud orientale abbiano ancora molte tracce di connessione con i geni dei loro antenati del Neolitico.

(I ricercatori) hanno analizzato le sequenze dell’intero genoma di 3.514 individui che hanno preso parte al progetto SardiNIA, e si sono concentrati in particolare su un gruppo di 1.577 individui, non correlati tra loro, con almeno tre nonni della stessa regione. Confrontando i genomi di questi individui con le loro origini geografiche, i ricercatori hanno trovato il più grande asse di variazione tra i popoli dell’Ogliastra tra Sardegna orientale e quelli fuori dall’Ogliastra, con l’eccezione della città portuale di Tortolì. Hanno inoltre osservato bassi tassi di migrazione tra la Sardegna orientale e occidentale, separate dalla regione montuosa del Gennargentu.

Lo studio, oltre a sottolineare come i geni più simili a quelli dei sardi coinvolti nel test si possano trovare nella popolazione basca, spiega che il “percorso genetico” dei sardi ha anche una connessione forte con l’Africa sub-sahariana, ancora più che con il nord dell’Africa.

Il film Balentes della regista sardo-australiana Sara Camillo, di cui avevamo parlato qui qualche mese fa, ha avuto la sua prima in Australia, durante il Lavazza Italian Film festival. E Il Globo (sito della comunità italiana in Australia) vi  dedica un articolo. 

Nel 1988, nella città di Escalaplano, il 25 per cento di tutti i bambini è nato con malformazioni o con gravi malattie; in quest’area sono stati registrati tassi eccezionalmente elevati di leucemia. Con l’aiuto di esperti, scientifici e medici, tra cui la celebre dottoressa Antonietta Gatti, Camillo presenta numerosi casi che possono essere collegati al torio e ad altre sostanze radioattive scoperte nei corpi dei defunti e negli animali malformati.
Camillo avverte anche della possibile presenza nella zona di uranio impoverito, una sostanza chimica radioattiva pericolosa, vietata in tutte le azioni belliche dalla Convenzione di Ginevra. La NATO è stata in passato collegata all’utilizzo di uranio impoverito nel bombardamento del 1999 in Jugoslavia, che ha portato a un enorme aumento dei tassi di cancro  nelle parti centrali della Serbia.
Ma la NATO nega costantemente i continui rischi per la salute associati all’uranio impoverito, così come la sua presenza in Sardegna. Il film della Camillo racconta le prospettive e l’esperienza del popolo sardo, con l’obiettivo di mobilitarlo  contro l’occupazione militare.

Secondo Il Globo – che però sul punto non aggiunge particolari, né spiegazioni –   il film non sarà proiettato in Italia nel futuro prossimo per “implicazioni politiche e il rischio di carcerazione per la regista”.

Passiamo a tutt’altro argomento per segnalare che questa settimana ha visto il debutto internazionale di un lavoro che connette la scena teatrale dell’Isola a quella degli espatriati sardi in America. Digital Journal (magazine di news, US) parla di Let Me Try,  un’opera teatrale multimediale che, dopo aver debuttato al Teatro Civico di Sinnai, è arrivato la settimana scorsa a New York, dove è stata messa in scena al Gelsey Kirkland Center of the Arts of Brooklyn. Lo spettacolo è prodotto dalla compagnia sarda Effimero Meraviglioso, diretta da Maria Assunta Calvisi, e le coreografie sono state curate dalla Alessandra Corona Performing Arts, di base a New York.

Let Me Try è una sorta di viaggio “dietro le quinte”, che mette in evidenza le differenze culturali e le affinità tra gli artisti sul palco, separati dall’Oceano, che condividono aspirazioni e desideri. E si chiede, prima di tutto, se una persona deve lasciare la sua terra per realizzare i suoi sogni.

L’arrivo dello show a New York è stato celebrato dalla comunità italiana e sarda locale. E, a leggere il pezzo, ha anche sfruttato in pieno il potere della cucina sarda.

L’incontro con la comunità sarda di Brooklyn è stato molto toccante e gustoso, ed è culminato con il tradizionale “porcetto arrosto” e il vino cannonau, famoso rosso della Sardegna.

Alcune brevi…

  • The Defense Post (US) e Anadolu Agency (Turchia), parlano del coinvolgimento di tre sardi nell’inchiesta sugli arruolamenti nell’esercito di resistenza curdo in Siria, in gran parte riassumendo le note dell’ANSA.
  • Just Jared (Magazine di intrattenimento US) ha un’intervista con l’attore Kyle Chandler sulla sua esperienza da attore nella serie Catch 22, diretta da George Clooney in Sardegna.
  • Global Banking & Finance Review (magazine finanziario UK) ha un pezzo sulle meraviglie della Sardegna “segreto del Mediterraneo”, dedicato ai pochi esponenti del mondo della finanza che ancora non avessero sentito parlare dell’Isola.
Dicono di Noi – Settimana dal 16 al 22 settembre– A cura di NarrAzioni

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