Torna ‘Ai confini tra Sardegna e jazz’: edizione numero 34, ecco il cartellone

Compie trentaquattro anni il festival ‘Ai confini tra Sardegna e jazz’, il cui programma è stato presentato mercoledì 19 giugno alla Mediateca di Cagliari. Anche quella del 2019 è un’edizione ricca di novità, come sempre volute e curate dal patron Basilio Sulis. “L’uomo dei prodigi”, l’ha ribattezzato Paolo Sodde, nuovo presidente di ‘Punta Giara’, l’associazione culturale che organizza l’evento. “Sulis – ha detto Sodde – ha la capacità di riunire, in un progetto e in una mission comuni, grandi artisti provenienti da luoghi, formazioni ed esperienze eterogenee”. Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato anche la responsabile comunicazione Enrica Lotta, Graziano Milia, parigrado nella Fondazione di Sardegna, sponsor dell’evento. C’era anche il vicesindaco di San Giovanni Suegiu, Marco Zusa.

L’edizione del 2019 sarà incentrata sull’opera di George Gershwin ‘Porgy and Bess’, a cui si aggiungono produzioni originali. Tra queste spiccano un tributo alla glam star David Bowie, con la direzione del maestro Greg Tate, e la ‘Sardinia instabile orchestra’ guidata dai musicisti Paolo Carrus, Sandro Satta e Alberto Balia che renderanno omaggio al launeddista Carlo Mariani attraverso una dedica già anticipata durante l’edizione 2018.

I temi portanti rimangono le migrazioni, ormai caposaldo della manifestazione di Sant’Anna Arresi, piccolo Comune del Sulcis che da anni vede arrivare tra le dune di Porto Pino, “nel silenzio della gran parte dei media”, centinaia di migranti che dall’Algeria trovano un canale di passaggio per arrivare “stremati, con solo una coperta addosso per proteggersi dalle intemperie”, in una delle spiagge più suggestive e frequentate della zona, paradiso per i turisti e porto sicuro per gli esuli.

La presentazione del festival alla Mem di Cagliari

A questo si somma un rinnovamento del classico “Porgy and Bess”, reinterpretato secondo la sensibilità artistica dei musicisti presenti in cartellone, elettrizzati dall’idea e dai propositi di Sulis. Tutti si sono messi all’opera subito dopo la fine dell’edizione 2018. L’obiettivo è stato portare a compimento un lavoro che esige una nuova rilettura di Gershwin in chiave contemporanea, tenendo conto delle enormi mutazioni che la società, anche grazie alla lotta per i diritti civili, ha subito a livello strutturale.

“Nella Carolina del Sud, in un’America post-depressione e con grandi problemi socioeconomici, Ira Gershwin ha scritto un testo – poi musicato da suo fratello George con il libretto di Du Bose Heyward- che racconta un american folk, una storia popolare americana”, spiega la responsabile comunicazione Enrica Lotta. “Si tratta di un melodramma divenuto iconico nel mondo del jazz, ma non per questo esente da critiche e detrattori, sia dalla comunità bianca, sia da quella nera. La prima rappresentazione, infatti, vedeva tra i suoi protagonisti unicamente attori bianchi, ad eccezione di due personaggi, perpetuando – anche involontariamente – l’esclusione degli afroamericani dai ruoli di protagonisti e narratori della propria storia”.

Una storia che, in effetti, si fa carico di un’unica visione dominante, bianca e benestante. Un dualismo che sarebbe stato messo in discussione solo dopo trent’anni, nella rivolta esplosa in seguito all’assassinio di Martin Luther King e nella critica firmata dal Black panther party (le Pantere, storica organizzazione rivoluzionaria afroamericana). Erano gli anni ’60 e ’70, le cui istanze si discostano completamente dalla narrazione gershwiniana, caratterizzata da modi espressivi depositari di sentimenti ingenuamente discriminatori e dove la comunità nera viene ridotta ad uno stereotipo negativo. Sono quindi la denuncia, le sommosse e le ribellioni, il black pride (l’orgoglio nero), i diritti e la dignità degli esseri umani a fare da sfondo a questa nuova edizione del festival sardo, al grido di ‘wake up-call’. Che significa ‘sveglia’ e vuole essere un richiamo affinché le coscienze umane si scuotano di fronte a fatti che rischiano di farci ripiombare in un contesto sociale simile a quello presente in ‘Porgy and Bess’.

La programmazione prevede invece sostanziali novità tra cui i concerti itineranti, capitanati dalla Bandakadabra, street band torinese attiva anche in ambito ecologista, che si esibirà sia nella spiaggia di Porto Pino durante i pomeriggi, dal 2 al 5 settembre. La banda sarà anche responsabile del seminario per bambini ‘Le nuove strade del Porgy and Bess’, in cui si esploreranno le basi e i pattern jazzistici attraverso l’utilizzo di strumenti non convenzionali ottenuti da materiali di riciclo. Un’esperienza che terminerà a Masainas dove, dopo una marcia musicale per il paese, si arriverà alla piazza del Belvedere per una perfomance conclusiva. La spiaggia di Masainas, Is Solinas, sarà anche il palco per il piano solo di Matthew Shipp il 6 settembre.

Come ogni anno, il festival si svolgerà nella consueta cornice di piazza del Nuraghe a Sant’Anna Arresi dal 30 agosto all’8 settembre per un totale di quindici concerti. Per i cultori del genere, ‘Ai confini tra Sardegna e jazz’ ha certamente un ruolo di rilievo e non mancheranno interventi notevoli come quelli del già citato Greg Tate che dirigerà la ‘Burnt sugar the Arkestra chamber (nella foto)’ in ‘Not a rock star but a black star’, o Rob Mazurek, cornettista, compositore, improvvisatore e poliedrico artista, vecchia conoscenza del festival che sarà accompagnato in due concerti dalla ‘Exploding star orchestra’.

E ancora, le esclusive del quartetto ‘Dwight trible‘ e dei ‘Poket science‘; Matthew Ship il 5 settembre in trio con l’ospite speciale Nicole Mitchell, celebre flautista e richiestissima presenza nei festival jazz internazionali; l’Orchestra popolare italiana con la partecipazione dell’etnomusicologo e organettista Ambrogio Sparagna; il trombettista Ben Lamar. E per concludere l’orchestra ‘Black earth ensemble‘ diretta da Nicole Mitchell.

In anteprima, Paolo Sodde annuncia il tema della edizione 2020, la numero 35: sarà dedicata alle periferie, alla sua comunità e alla musica che in questo ambito sociale si sviluppa. Musica snobbata e trascurata, salvo poi divenire poi fenomeno culturale e di massa. Il programma completo del festival 2019 è disponibile sul sito ufficiale del festival (www.santannarresijazz.it)

Martina Serusi

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