Tra rilettura post moderna dai contorni steampunk e recupero della tradizione attraverso l’uso della lingua sarda in maniera musicale, il “Titu Andronicu-sa mudadura” di Daniele Monachella (qui l’intervista) rilegge l’opera giovanile di Shakespeare amplificando l’uso della parola per rendere ancora più manifesta la sua brutalità e spostando la vicenda dalla Roma antica a Dominariu, non luogo in cui si perpetuano mattanze per la sete di potere. Così la vicenda del generale Tito, della vendetta di Tamora e delle trame omicide di Aronne diventano paradigma universale delle violenze del mondo, in cui non sembra esserci forse più speranza. Prova maiuscola di tutto il cast e musiche ipnotiche di Francesco Medda/Arrogalla che rimescolano sonorità tradizionali all’elettronica.
Nelle immagini alcuni momenti dello spettacolo andato in scena il 1 e 4 aprile a Sassari e Cagliari.
Fra. Be.