Teatro, nuova sede per il Crogiolo. Da giovedì “Il Tango della Maternità” alla Vetreria di Cagliari

Il Crogiuolo riparte dalla Vetreria. La compagnia teatrale cagliaritana, diretta da Mario Faticoni, trova nello spazio Fucina Teatro, nel centro comunale d’arte e cultura La Vetreria di Pirri, una nuova casa, palcoscenico ideale per “Tango della Maternità”, la sua stagione teatrale d’autunno. Un programma che si articolerà fra il primo ottobre e il 12 dicembre, con un cartellone denso, che vede alternarsi spettacoli, con alcune fra le realtà più significative della scena nazionale, una rassegna cinematografica (nella sala della Cineteca Sarda) e altri eventi collaterali (convegni, presentazioni letterarie, laboratori).

“Tango della Maternità vuole essere un’occasione per riflettere sull’evolversi della nostra società. Parlare di maternità significa riflettere sul ruolo della donna e su quanto il suo peso nella crescita dei figli determini o possa determinare o non determinare il volto delle nostre città, paesi, nazioni”, spiega Rita Atzeri, curatrice della Stagione. “Ancora, spostando la prospettiva dello sguardo sulla donna madre, sulla sua dimensione più privata, ci troviamo a confronto con un immaginario collettivo per cui non si è compiutamente donne se non si desidera essere madri e la figura della madre è sempre veicolata da immagini stereotipate di una madre perfetta e appagata. Il progetto, invece, è un percorso narrativo delle donne in relazione con la maternità, mirato a far riflettere sulla pluralità dei modi possibili di essere donne e madri, dei sentimenti ambivalenti che accompagnano la maternità, delle numerose difficoltà che le donne incontrano nel vivere la maternità”.

La rassegna è organizzata da Il Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Mario Faticoni, il progetto è curato da Rita Atzeri, con la collaborazione della Commissione Pari Opportunità del Comune di Cagliari, delle associazioni Se Non Ora Quando e Toponomastica Femminile, della Cineteca Sarda, dell’Exmè, e con il contributo degli Assessorati alla Cultura della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari.

La storia de Il Crogiuolo, dopo la chiusura del ‘mitico’ Teatro dell’Arco, nel cuore di Stampace a Cagliari (spazio in cui hanno debuttato prime nazionali come “Dialogo” di Natalia Ginzburg e “La serra” di Harold Pinter), è stata negli ultimi tredici anni una storia di peregrinazioni. La compagnia di Mario Faticoni ha gestito per diverso tempo il Teatro Sant’Eulalia, è stata ospitata per le proprie stagioni dal Teatro Alkestis e dal Cada Die Teatro, ha operato al Piccolo Auditorium e allo Spazio Santa Croce.
A questo girovagare Il Crogiuolo è riuscito negli ultimi quattro anni ad affiancare una programmazione costante di teatro e musica, in un rifondato, in sedicesimi, Arco: l’Arco Studio di via Portoscalas, sede anche dell’archivio sullo spettacolo in Sardegna, creato da Faticoni, fresco del riconoscimento di archivio di interesse storico.
Pochi anni fa la compagnia ha accolto la proposta del Cada Die Teatro di entrare a far parte di una cordata per la gestione degli spazi dell’Ex Vetreria di Pirri. Ora, superati contenziosi e problemi burocratici, per Il Crogiuolo inizia una nuova avventura teatrale e umana nello spazio Fucina Teatro, all’interno di uno dei poli culturali di riferimento non solo per la città di Cagliari ma per l’intero panorama regionale. La scommessa è quella di conciliare le tradizionali linee di ricerca e produzione della compagnia con una nuova linea di teatro popolare, che metta insieme tutte le forme di comunicazione artistica e sociale in grado di unire le persone. Un progetto fondato sulla collaborazione e sulla contaminazione.

La stagione teatrale, anticipata da una rassegna di cinema che parte il primo ottobre, prende il via sabato 17 e domenica 18 ottobre. In due riprese, eccezionalmente alle 20.30 e alle 22, andrà in scena MATRICI, un rito, di Alessandra Asuni e Marina Rippa, con Alessandra Asuni ed elementi scenici di Massimo Staich. Lo spettacolo è concepito per accogliere 18 spettatori alla volta. Prosegue con “Matrici” un percorso artistico, iniziato con “Accabbai”, che vede Asuni e Rippa impegnate in un progetto che esplora il ciclo vita, morte e rinascita attraverso il mondo femminile. In un’unica donna viaggiano la madre, la partoriente, l’ostetrica, il ginecologo, la dea madre. Per la donna il parto ha un valore iniziatico, di passaggio da una condizione ad un’altra, dall’essere figlia all’essere madre. Rievocare il parto attraverso il rito: come momento misterioso e sacro, come evento che riguarda tutti, ritrovando il tempo delle cose, senza che niente venga accelerato o forzato. E lasciare che la sacralità del rito viva nella partecipazione. Nello spettacolo sono diversi i materiali attraversati: studi e articoli di Maria Gimbutas ed Emanuela Geraci; immagini e video di Andrej Tarkovsky, Lucio Fontana, Pippa Bacca; dati dell’Istituto Superiore della Sanità; iconografie delle Madonne e delle Dee del Parto; uteri lignei della Farmacia degli Incurabili.

Il calendario proseguirà poi con spettacoli, cinema, incontri fino al 12 dicembre. Qui il programma completo.

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