Teatro, Monica Serra al Museo Archeologico di Cagliari per ‘Geografie fisiche’

Tra passato e futuro si muove lo spettacolo “Geografie fisiche [tracce di memorie vocali]” dell’attrice e performer Monica Serra (nuova produzione di Micro Fratture Teatro), che andrà in scena in anteprima questa stasera alle 21.45 al Museo Archeologico di Cagliari  a cura del CeDAC in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia della Sardegna.
Sotto i riflettori – in un’intrigante ‘Notte Blu’ organizzata dal Comune di Cagliari all’interno degli appuntamenti estivi ‘Notti Colorate – l’ideatrice del progetto Monica Serra e l’attrice Daniela Collu, che sull’ordito delle suggestive elaborazioni sonore di Valentino Nioi e Raffaele Tronci costruiranno la trama di una riflessione sull’attuale barbarie, sulla ferocia dell’uomo verso i propri simili, sulle cause delle guerre che insanguinano il pianeta e sulle ragioni di vincitori e vinti, come sull’amaro tramonto della civiltà.
Tra i reperti nuragici, fenicio-punici e romani e le misteriose figure dei Giganti di Mont’e Prama riecheggeranno voci e suoni, frammenti di teatro e poesia e musica a comporre una moderna profezia, ispirata al mito di Cassandra, la visionaria figlia di Priamo che annunciò la caduta di Troia: un “puzzle” di pensieri, memorie e emozioni con il diretto coinvolgimento dei presenti nel processo creativo, attraverso un dialogo collettivo, per cercare di «fermare il tempo, mettere in evidenza i dettagli» nel fluire incessante della storia, imparare a «ricordare».
Una pièce originale che indaga i misteri della mente e del cuore umano, le inquietudini del presente e l’eterna aspirazione, mai realizzata, ad una pace universale che metta al riparo dai disastri della guerra, dalla violenza e dalla volontà di sopraffazione, dalla fame e dalla paura: “Geografie fisiche [tracce di memorie vocali]” rielabora in forma di rigorosa partitura vocale e gestuale su tracce e elaborazioni sonore l’enigma e il valore della scelta nell’eterno conflitto tra il bene e il male.
Sull’orlo della catastrofe – mentre devastazioni, inquinamento, incurie e incendi rischiano di distruggere la Terra – l’arte s’interroga sulle ragioni del caos che sembra governare le azioni umane, sulle atroci contraddizioni del nostro tempo, lo stridente contrasto tra ricchezza e povertà, le meraviglie della scienza capace di salvare vite e l’inadeguatezza del welfare, il benessere e perfino il lusso di pochi a fronte della miseria di tanti.
“Geografie fisiche [tracce di memorie vocali]” privilegia linguaggi e stili del contemporaneo, in una contaminazione o meglio interazione fra teatro, musica e danza, per raccontare in chiave metaforica la tragedia di un’umanità incapace di riconoscere i propri limiti, accecata, nella bramosia consumistica, davanti ai segni inequivocabili dell’autodistruzione. La voce dell’antica profetessa riaffiora per lanciare un monito contro la barbarie, e restituire pregnanza all’etica, richiamando antichi valori e moderna consapevolezza dei diritti civili, per prevenire altre stragi e orrori, figli del sonno della ragione (che “genera mostri”) e arginare la precipitosa e folle corsa verso una fine annunciata.
Una poetica visionaria, quella di Monica Serra, che mette al centro il corpo dell’artista come strumento per disegnare nuove geografie dell’immaginario e dar voce al pensiero critico, sottolineando il ruolo del singolo e il valore della responsabilità individuale di fronte al cosmo – e in seno alla società.

(in foto Monica Serra, immagine di Giorgio Russo)

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