STREAMING. Un album dedicato a Nico: arriva il tributo dell’indie rock sardo

“You are beautiful and you are alone”, “Sei bellissima e sei sola” dice il pezzo di apertura, la cover di Afraid. Sembra quasi che la cantante si rivolga direttamente a Nico – l’autrice del brano originale – e le parli con dolcezza, in un dialogo ideale mediato dal confronto sul terreno di un brano bellissimo. La cover è opera dei Pussy Stomp, duo electro punk di Villacidro. La band ha usato drum machine e synth per rielaborare una canzone che in origine era una ballata per pianoforte, violino e voce, un pezzo spoglio e dolcissimo contenuto in un disco importante e difficile come Desertshore del 1970. Si tratta della prima di una serie di dodici cover contenute in “Rose in the Snow. Tribute to Nico”, appena uscito in digitale nella pagina su Bandcamp di Tiny Speaker. A ottant’anni dalla sua nascita e a trenta dalla morte una manciata di band sarde hanno deciso di rendere omaggio all’artista tedesca reinterpretando alcuni dei suoi brani più iconici.

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Nico – al secolo Christa Päffgen – nella sua vita è stata tantissime cose: musa di Andy Warhol e modella di Chanel, attrice (ha recitato nella Dolce vita di Federico Fellini), voce di uno dei dischi più importanti di sempre del rock americano, l’esordio dei Velvet Underground, e titolare di una carriera solista che dal folk degli inizi si è spinta via via su territori sempre più lacerati e oscuri. Ed è proprio dai suoi album solisti che le band sarde hanno attinto per il loro omaggio. Il progetto è nato da un’idea di Sara Cappai e Gianmarco Cireddu, coppia nella vita e in musica (suonano insieme nei Diverting Duo e nei neonati Santamorina) e titolari di una piccola etichetta indipendente, la cagliaritana Tiny Speaker, che ha pubblicato il disco. “Siamo da sempre fan di Nico e una sera, mi sembra fosse giugno, eravamo a casa con amici e abbiamo iniziato a parlare di lei. L’idea di fare qualcosa per ricordarla è nata così, in modo informale”. Radunare i musicisti è stato abbastanza semplice: hanno partecipato band e cantautori amici che si muovono all’interno della scena indipendente sarda, specie del sud dell’Isola, più un artista modenese, Oscar di Mondogemello, che ha voluto dare il suo contributo. “Non abbiamo dato nessuna direttiva o messo nessun paletto”, spiega Sara Cappai. “O meglio: l’unico era che quello di scegliere un pezzo della sua carriera solista. Anche per divulgare i suoi dischi: per quanto Nico sia amatissima e conosciutissima, i suoi album non sono noti al grande pubblico. Alcuni sono pure abbastanza ostici”.

Il risultato è abbastanza eterogeneo, come prevedibile, e i pezzi sono frutto di una “mediazione” tra le caratteristiche delle canzoni di Nico e l’approccio delle band all’opera. I Telephant hanno reso più movimentato e “pop” un pezzo oscuro e algido come My Heart Is Empty e lo stesso ha fatto Was con la cover della gotica Purple Lips. Gli Uncle Faust, impegnati in un corpo a corpo con un classico come The Fairest of the Season, hanno reso elettrico e sincopato il brano (la voce è di Don Leone). Irriconoscibile Evening of Light reinterpretata – trasfigurata – dai La Tarc, su dilatazioni post e impronta noise, mentre i Santamorina hanno interpretato in modo più impalpabile, psichedelico e sognante Frozen Warnings. Dainocova ha messo in mostra il suo “lato segreto” con un pezzo molto lontano dal suo solito “mood”, Hola la Poyana tradotto la disperazione di Valley of the Kings in un pezzo ruvido chitarra e voce mentre le Lilies On Mars non hanno cambiato praticamente nulla di These Days (anche perché è un pezzo così classico e bello che forse non era nemmeno necessario). C’è spazio anche per l’esordio di due nuovi progetti: il duo Leap to Mind, alle prese con Chelsea Girls, e Nitzga con Sixty Four, un estratto di Drama of Exile del 1981. E pure questo è un pregio del progetto di Tiny Speaker: come se il disco tributo fosse anche un’introduzione ad alcune delle cose migliori che girano in questo momento nel rock indipendente sardo, tra band storiche e nuovi esperimenti. “La compilation ha dato modo anche a nuove band di trovare lo spunto per registrare un loro primo brano”, conferma Cappai, “e i risultati sono stati davvero sorprendenti”.

Andrea Tramonte

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