Storie di donne raccontate e narrate da una donna, parole che prendono vita con la danza, con le figure disegnate dai movimenti di una ballerina, mentre la musica e i testi delle canzoni sembrano congelare la realtà ed evidenziare i momenti più intensi del racconto. C’è questo e tanto altro dentro ‘La Stanza di Michelangelo‘, lo spettacolo che unisce teatro, musica e danza scritto dal giornalista e musicista Matteo Sau, portato in scena insieme all’attrice Lia Careddu, alla ballerina, Valentina Puddu e alla polistrumentista Ivana Busu. Tutto esaurito per la prima, domenica sera, all’ExMa di Cagliari.
I cento spettatori sono stati accompagnati per mano da Lia Careddu nelle storie di sei donne, Olga, Rita, Milly, Rita, Tiziana e Liliana, “forti, che hanno fatto delle scelte”, come le descrive Matteo Sau.
Un racconto intenso dove la recitazione dell’attrice, iniziata tra gli spettatori e proseguita sul palco, ha aperto le porte della ‘Stanza’. Voce, parole, musica e danza si sono mescolati diventando un unico messaggio.
Un messaggio di speranza, ma anche di lotta e di forza, come forte è l’unione tra gli artisti che si sono esibiti sul palco. Sau, Careddu, Puddu e Busu hanno saputo trovare l’alchimia perfetta, diventando tutti attori, musicisti e ballerine anche solo per un istante. In oltre un’ora le storie di Olga, Rita, Milly, Rita, Tiziana e Liliana hanno preso forma e vita sia sul palco che negli occhi e nell’anima degli spettatori.
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“Avevo molta emozione, soprattutto perché è stata la prima volta che ho condiviso con un pubblico, testi scritti con gli occhi delle donne, immergendomi con piacere e con grande attenzione nel mio lato femminile”, scrive Matteo Sau nel suo profilo Facebook, ringraziando Lia Careddu per aver interpretato le sue parole “non solo con la sua immensa professionalità e carisma, ma soprattutto (direi) con il cuore della grande donna che è, entrando nella Stanza con la luce di una stella”. Poi i ringraziamenti a Valentina Puddu “perché l’idea di questo spettacolo è nata parlando con lei, perché ci ha creduto e perché grazie alla sua danza ha portato fisicamente in scena il corpo di queste donne con una classe da brividi e l’argento vivo” e Ivana Busu “perché ha la musica nel sangue, perché ha regalato tanta dolcezza a questo spettacolo”. L’ultimo ringraziamento l’autore lo riserva al Teatro dallarmadio con Fabio Marceddu e Antonello Murgia che hanno messo a disposizione gli spazi e permesso di realizzare lo spettacolo. Dopo il successo dalla prima ‘La Stanza di Michelangelo’ è pronta ad aprire le porte di altri palcoscenici.