Sotto le bombe dall’Iraq a Stoccolma, Ottavia Piccolo straordinaria Haifa

“Questa storia mi aiuta a non voltare la testa dall’altra parte. Mi metto in cammino con Haifa e dopo non sarò più la stessa.” Così l’attrice Ottavia Piccolo racconta il suo ultimo spettacolo tratto da una storia disperata, una storia vera. Quattro anni fa, una donna anziana di Mosul, si mise in fuga sotto i bombardamenti con la nipotina di appena quattro anni. Camminò fino allo sfinimento, percorse migliaia e migliaia di chilometri, mangiò polvere e neve, dall’Iraq fino al Baltico, destinazione Stoccolma: la sua rotta era quella della sopravvivenza. Doveva farlo. Per lei e per quella piccola vita che portava tra le braccia. La storia di quella donna, oggi, è diventata un racconto, una pièce teatrale, che approda questa sera, sotto l’insegna del Cedac, per la stagione di prosa, al teatro del Carmine di Tempio Pausania (con replica sabato, 23 febbraio, al teatro Comunale di  Sassari). Occident Express, questo il titolo, è la cronaca di quel viaggio.

“Conobbi la storia di Haifa Ghemal nel marzo 2016 – racconta l’autore del testo Stefano Massini -, un importante quotidiano europeo mi propose di scrivere un pezzo sul suo viaggio al tempo stesso agghiacciante e formidabile… Trovai che nella storia di questa anziana donna ci fosse molto del nostro tempo: la gratuità del male, l’onnipotenza del denaro, l’irrompere sulle nostre strade di una forza incontrollabile per lungo tempo sconosciuta all’Occidente: la lotta per la vita”. Ottavia Piccolo, da sola, in mezzo al palcoscenico, vestita con un semplice abito e accompagnata da un gruppo di straordinari musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo diretti da Enrico Fink (Gianni Micheli, clarinetti e fisarmonica; Massimo Ferri, oud, bouzouki, chitarra; Luca Roccia Baldini, basso e contrabbasso; Mariel Tahiraj, violino; Leidy Natalia Orozco, viola; Maria Clara Verdelli, violoncello; Massimiliano Dragoni, percussioni), racconta quell’inferno. La sua voce diventa mille voci, i suoi occhi, mille sguardi. Assieme a lei ci scopriamo a camminare lungo le strade polverose della Macedonia, della Grecia, tra muri di fili spinati, tra furti, inganni, morti drammatiche e sparizioni. All’improvviso siamo con lei, sotto le raffiche di quegli spari, sotto il fuoco di quelle bombe, rapiti da un racconto spietato fatto solo di parole e musica. Siamo lì, con lei, anche noi senza fiato, ad arrancare nel ghiaccio insopportabile di una notte che sembra non finire mai.

Ottavia Piccolo, trentina, classe 1949, ‘Nastro d’Argento’ nel 1987 con La famiglia diretta da Ettore Scola, un passato ricco di successi cinematografici, teatrali e televisivi (dal 2014 è membro del corpo docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), non fa di questo spettacolo un nuovo esercizio di stile o l’ennesimo pezzo di bravura. Semplicemente apre il cuore, si mette in ascolto, raccontando con tenerezza e semplicità una delle tante storie tristi di questi ultimi anni.

Info
Venerdì 22 febbraio, alle 21, al Teatro del Carmine di Tempio Pausania (tel. 079.630377)
Sabato, 23 febbraio, alle 21, al Teatro Comunale di  Sassari (tel. 079 290881)

Donatella Percivale

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