Se il film è realizzato dall’intero paese: l’idea ‘anti-spopolamento’ a Nughedu

Cosa accade se a girare un film è un intero paese? A Nughedu Santa Vittoria, paese di 466 abitanti nell’Oristanese, è stato lanciato il primo film partecipato delle aree interne. Si tratta di un progetto cinematografico unico nel suo genere: tutto il paese è coinvolto in un processo partecipativo nella produzione di un film “da grande schermo”, realizzato però coi soli mezzi messi a disposizione dal borgo e dalle persone che lo abitano. Gli abitanti di Nughedu stanno ricoprendo i ruoli di sceneggiatori, attori, operatori, fotografi, scenografi, truccatori: veri e propri protagonisti di un’esperienza di solito inaccessibile a chi non fa parte del mondo dello spettacolo e delle arti in generale.

Il progetto rientra nell’ambito dello Spop Lab – a cura dello spin off dell’Università di Cagliari, Sardarch – ed è curato da Silvia Di Passio insieme al regista siciliano Andrea Marchese. “Portare il cinema nelle aree interne, coinvolgere quante più persone possibile è qualcosa di estremamente stimolante. Un progetto che mette al centro il processo e non il risultato, la sostanza attraverso la forma, dove questa è una scatola del cinema, spesso assai distante in contesti simili e la sostanza è la comunità”, ha detto il regista.

Questo progetto fa parte di un percorso più ampio avviatosi dal settembre scorso quando a Nughedu Santa Vittoria è arrivata Di Passio, la community manager che sta realizzando obiettivi di attivazione e organizzazione di risorse, stimolo delle capacità di socializzazione della comunità, e traduzione dei bisogni di singoli e dei gruppi in azioni di scambio e confronto reciproco.

“Stiamo lavorando con persone di tutte le età, siamo in un permanente stato di fermento, c’è un arricchimento continuo grazie alle esperienze che stiamo costruendo, ci stiamo formando con professionisti da varie parti d’Italia che stiamo portando in paese e stiamo imparando a darci il permesso di essere ciò che desideriamo -. Abbiamo trasformato il non si può fare nell’abbiamo fatto questo in uno dei paesi più piccoli d’Italia dove le parole che fanno più paura sono fine, vuoto, spopolamento. Qui a Nughedu abbiamo invertito la tendenza, è diventato tutto più bello e possibile.”

 

 

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