Quando Liz Taylor e Richard Burton fecero un film in Sardegna. Ma la pellicola fu un flop

Qualcuno si ricorda il film “La scogliera dei desideri”(titolo originale “Boom!”)? Probabilmente no. Doveva essere un successo degli Universal Studios, una delle più famose case di produzione cinematografiche statunitensi, invece è stato un flop. Eppure la pellicola, girata nell’agosto del 1967 sulle splendide scogliere di Capo Caccia, vicino ad Alghero, annoverava i più acclamati divi dell’epoca, Elizabeth Taylor e Richard Burton, diretti dal regista Joseph Losey su sceneggiatura di Tennessee Williams con il commediografo Nöel Coward fra gli interpreti, i costumi di Karl Lagerfeld, le musiche di John Barry.

Il documentario “L’estate di Joe, Liz e Richard”, presentato alla Festa di Roma, scritto e diretto da Sergio Naitza, prodotto da Karel, ricostruisce un film che doveva essere un successo Universal ed è stato uno dei più clamorosi flop della storia, prima di diventare pellicola di culto per gruppi di fan di tutto il mondo. Sulle tracce di questa pellicola degli Universal Studios, prodotta con budget altissimo per l’epoca e nel tempo diventata film di culto, si è incamminata una produzione sarda, che appassionatamente ha ricostruito quell’estate di riprese a Capo Caccia, quando il glamour di Hollywood, incarnato nella più autorevole coppia cinematografica del mondo, sbarcò sull’isola fra cielo e mare, approdando agli scogli selvaggi di Capo Caccia.

Nel film parlano il regista USA John Waters, che spiega perché una pellicola così suggestiva e inetichettabile sia diventata un film di culto, e da Parigi Patricia Losey, moglie del regista Joseph Losey, nel ’67 al seguito della troupe a Capo Caccia. A Los Angeles sono state invece raccolte le memorie dell’attrice Joanna Shimkus – la moglie di Sidney Poitier – unica superstite del cast, dove interpretava il ruolo della segretaria della Taylor. Ancora da Parigi lo storico del cinema Michel Ciment, direttore della prestigiosa rivista Positif e autore di due fondamentali volumi su Joseph Losey, ha offerto una lettura critica sulla pellicola. Da Roma il gioielliere Gianni Bulgari racconta il rapporto di Liz Taylor con i gioielli e spiega come i suoi preziosi che la diva indossava nel film abbiano rafforzato il carattere del personaggio. Altri inediti racconti arrivano da Jacques Durussel, che era cuoco a bordo dello yatch Kalizma dei Burton, ancorato alla fonda di Capo Caccia. Nel documentario anche un gruppo di algheresi che venne arruolato dalla produzione con le più svariate mansioni: fattorini, runner, elettricisti, assistenti. “La scogliera dei desideri” al botteghino fu un clamoroso e imprevedibile flop e fu massacrato dalla critica americana. Ne hanno parlato ieri, al “battesimo” del documentario il presidente della Fondazione Roma per il cinema Gian Luca Farinelli, insieme al filmmaker Sergio Naitza. Alla Festa del cinema applausi a fine proiezione anche a chi ha sostenuto la produzione, come la direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission, Nevina Satta.

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