‘Piccole cose di nessuna importanza’, in mostra le Polaroid di Fabrizio Deidda

Una piccola mostra, fatta di piccoli oggetti, rinchiusi in piccole scatole, piccole Polaroid sbiadite ricavate da pellicole difettose. Oggetti e luoghi accomunati dalla dissoluzione del tempo che passa inesorabile, a significare una tematica ben più grande dei simbolici testimoni scelti per rappresentarla.

Ed è proprio il tempo che passa il leitmotiv di “For Nothing” la mostra di Fabrizio Deidda aperta sino al 15 febbraio all’Espace SUONI & PAUSE, in via Savoia 19 a Cagliari. Un tempo che sbiadisce, dissolve, sfoca, lasciando frammenti di oggetti e di memoria destinati fatalmente a disperdersi.

Una mostra che si muove fra arte concettuale anni ‘70 e poesia visiva, come le Polaroid ora prodotte da Impossible Project, nata dalle sue ceneri. Con installazioni che sottolineano l’indifferenza inevitabile e fatale allo scorrere del tempo e al degrado progressivo dei manufatti.

Fabrizio Deidda, che si definisce Instant Photographer ha un buon curriculum di mostre dove ha sviluppato svariati temi, con l’utilizzo di fotografia digitale e analogica. E proprio quest’ultima, con la rivisitazione di supporti cari ad artisti come Andy Wahrol, lo riallaccia all’arte concettuale degli anni ’70 e rende interessante il suo lavoro di recupero artigianale di materiali a prima vista obsoleti, ma in realtà ancora capaci di supportare linguaggi artisti d’avanguardia.

Scrive Alessandra Menesini, curatrice della mostra: E’ il cromatismo esangue, ad aumentare il senso di lontananza “dalle cose che parlano piano “. Cose di nessuna importanza, eppure classificate, osservate e poi messe in comice con lo scopo ultimo. E, forse inarrivabile, di scalfire l’indifferenza.

Fa piacere vedere ancora pellicole a sviluppo immediato in mostra. Il fallimento della Polaroid aveva gettato nello sconforto tanti artisti che basavano la loro ricerca espressiva su questi supporti. E le App digitali non potevano e non possono essere un sostituto, ma semplicemente un altro “materiale”. C’è voluto il coraggio di un gruppo di manager per dare vita ad “Impossible Project” che ha riportato le pellicole a sviluppo immediato nelle disponibilità di artisti e sperimentatori di tutto il mondo. Che ringraziano.

Enrico Pinna

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