Orune, il fascino millenario di una comunità nell’ultimo lavoro di Mariani

Un viaggio a ritroso nel tempo attraverso la storia di un paese e le mille vicende di chi quei luoghi li abita e li ha abitati. È ‘Ghìrthalos’, l’ultimo libro di Sebastiano Mariani, edito da Carlo Delfino. Il poeta e scrittore orunese, in 572 pagine che si lasciano sfogliare in un’aura di incanto e fascino, trasporta il lettore nel cuore della sua Orune. In questa saga di un paese-villaggio emergono malesseri atavici, la lotta per la sopravvivenza, istanze di riscatto sociale, tentativi, poi falliti, di cooperativismo, dispute politiche. Ma anche lampi di intraprendenza e una grande coscienza di comune sentire e legami familiari e amicali.

Un microcosmo resistente al cambiamento, sospettoso e ribelle, solidale e operoso. Un’opera monumentale, prezioso scrigno di ricordi, racconti, emozioni, testimonianze, esilaranti aneddoti, cronache di vibranti rivolte contro uno Stato, percepito per lo più come ‘altro’, assente, nemico. Ancora: riflessioni socio antropologiche e culturali, ma anche racconti di faide, vendette, delitti efferati, banditi e latitanti alla macchia e donne impavide che uscivano la notte a cavallo per portare provviste al loro uomo, latitante. Eroine il cui fascino non sfuggì alla penna di Grazia Deledda.

Del suo paese Sebastiano Mariani non ne nasconde il lato oscuro, privilegiando di volta in volta diverse chiavi, ironia e leggerezza, cupezza e profondità. Perché Orune è un paese che ha
“pagato alla violenza un tributo esorbitante”. Con una scrittura raffinata e talento narrativo Mariani svela luci e ombre, “valori e disvalori”, fragilità e punti di forza di una terra
antica, vocata alla pastorizia. Un paese di gente laboriosa e fiera, Ghìrthalos, e dove per prima si è levata al grido di “torramusu a su connottu” la ferma opposizione all’editto delle
Chiudende. Un territorio disseminato di tesori archeologici, ricco di beni immateriali, poesia, ballo e una delle patrie del Canto a tenore. Un paese che ha dato i natali a finissimi intellettuali come Antonio Pigliaru, teorico del “codice della vendetta barbaricina”, il romanziere Bachisio Zizi, l’artista Bonaria Manca, un religioso di rango, Ignazio Sanna, e ha eletto
se non la prima, la seconda sindaca in Italia: Margherita Sanna.
C’è spazio in Ghìrthalos anche per un personalissimo Amarcord col ricordo di una infanzia e una giovinezza dura ma felice, le atmosfere gioiose della festa, i compagni di un tempo, le prove
di balentia. Uomini, donne, territorio e animali sono legati indissolubilmente da radici profonde in questo entroterra sardo battuto dai venti e “circondato da valloni profondi e rocciai
impraticabili”. Un mondo affascinante, pronto ad avventurarsi dentro nuove storie, dentro nuovi ‘contos’.

Ansa

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