Mont’e Prama, passo per il nuovo sito: verso l’acquisizione dei terreni a Cabras

Parte ufficialmente la procedura che porterà all’acquisizione dei terreni di Mont’e Prama. La direzione generale del ministero ha infatti avviato il procedimento per la dichiarazione di pubblica utilità, atto preliminare agli espropri dei terreni che circondano l’attuale area di scavo archeologico. Questa prima fase, obbligatoria ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Codice Urbani), e che renderà possibile l’avvio della successiva fase di esproprio, è stata comunicata all’amministrazione guidata dal sindaco Andrea Abis che procederà alla pubblicazione degli atti, i quali dovranno restare affissi per 60 giorni consecutivi. Entro i successivi 30 giorni il Ministero provvederà all’emanazione del Decreto di pubblica utilità finalizzata all’esproprio.

“Si tratta di un primo passo importante perché finalmente, dopo due anni di intenso lavoro, parte dal punto di vista amministrativo il grande progetto di sviluppo del sito archeologico dichiara Abis -. L’area destinata ad essere acquisita è molto vasta, si tratta di una decina di ettari, ed è stata pensata per dare una prospettiva di lunga durata che va ben oltre gli scavi presenti. Il progetto della nostra amministrazione – continua il primo cittadino – è quello di dare la massima importanza all’area in modo che Mont’e Prama possa diventare da qui a dieci anni un centro di gravità per studi storico-archeologici, per le ricerche delle Università del mondo, per lo sviluppo del turismo culturale in Sardegna. Il tesoro conservato sotto le colline del Sinis è stato rinvenuto solo in parte e tanto c’è ancora da capire e scoprire sulla nostra storia”. “Sono soddisfatto di questo primo passo – conclude il sindaco -, perché dopo l’acquisizione dei terreni verrà la costituzione di un nuovo importante sito archeologico aperto alle visite guidate, alle ricerche scientifiche, alle manifestazioni culturali, oggetto di possibili opere di restauro e ricostruzione. L’interesse culturale e turistico sul territorio locale, su tutto l’oristanese e sui circuiti regionali, non potrà che avere riscontri in grande crescita”.

Già dal 2015, a seguito dei ritrovamenti che si sono succeduti con le varie campagne di scavo, l’area interessata dalle ricerche e le zone ad essa circostanti erano state dichiarate ‘di importante interesse archeologico’ dalla Commissione regionale per il Patrimonio culturale della Sardegna. Per questo motivo la Regione aveva stanziato nel 2018 due distinti finanziamenti: il primo, di 280 mila euro, finalizzato alla messa in sicurezza, alla realizzazione degli scavi e alla valorizzazione del sito. Il secondo, di 500 mila euro, inserito nel programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022 del Comune, approvato dal Consiglio comunale nell’agosto 2020, volto alla realizzazione di un piano di valorizzazione del sito archeologico, alla prosecuzione delle ricerche, la realizzazione di percorsi di visita e in particolare all’acquisizione delle aree.

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