Mereu, dopo il premio a Rotterdam un po’ di ottimismo: “I giovani sono coinvolti”

Se si deve cercare un paradigma di riferimento per il cinema realizzato in Sardegna nel 2012, si può trovare in “Bellas mariposas” di Salvatore Mereu. Nella sue vicissitudini di produzione e di distribuzione (il film ha vinto da pochi giorni il prestigioso premio del festival di Rotterdam) ci sono le mille difficoltà di fare cinema nella nostra isola, nel risultato artistico -così ardito sulla carta, dato il soggetto tratto dal testo omonimo di Sergio Atzeni – c’è, ancora una volta, la capacità degli autori sardi di colpire nel segno. Il film di Mereu è bello, è piaciuto tanto al pubblico veneziano e, se ha fatto discutere qualche spettatore isolano, ben venga: la riflessione è l’anima del cinema. Al regista di “Bellas mariposas” abbiamo chiesto la valutazione di un anno particolarmente speciale.

“Quando si è riusciti a realizzare un film, con queste lune, non si puo che essere soddisfatti, anche perché sta diventando un’impresa complicata sotto ogni profilo. Nel periodo in cui ho esordito era, sicuramente, complesso intraprendere questo mestiere, ma ora lo è di più. Per quanto non abbia ancora elaborato dei bilanci, poiché “Bellas mariposas”, dopo essere uscito nelle sale sarde, dovrà affrontare la distribuzione nella penisola, comunque è stato presentato al pubblico, ha partecipato ad un festival importante e la stampa si è espressa in maniera assai positiva, per cui non si può che essere lusingati da tutto ciò. Poi, questa prima prova in sala ha avuto un risultato confortante. Vedremo cosa capiterà in futuro… In ogni caso, se devo giudicare quest’anno, insomma, sono felice. Sinceramente me ne augurerei altri dieci cosi!”

Quindi la sensazione per il film realizzato è del tutto positiva..

“Sono, in realtà, cosciente come, ogni volta che “lascio” un film, si debba riprendere a “dissodare il terreno” come se fosse la prima volta. Devo scegliere attentamente cosa realizzare, perché per fortuna, i progetti non li ho mai ereditati da un altro e questa ritengo sia una grande ricchezza, per quanto il prezzo da pagare sia elevatissimo. Infatti, ci sarebbero molti modi per evitare tante difficoltà, comprese quelle trovate nella distribuzione.”

Ma l’uscita in sala è diventata un incubo per qualunque autore. Nel passato recente il consumo era diverso, c’era il tempo per amare un film, ragionarci, oggi bisogna correre pure per vedere l’opera preferita, perché i film hanno scarsa vita in sala…

“Ha centrato il nodo; negli anni in cui mi sono formato come spettatore, per un film c’era il tempo fisiologico del passaparola. Oggi o si fa centro al primo weekend oppure lunedì si valutano i dati freddamente e si traggono decisioni assurde. L’offerta, rispetto al passato non è diminuita, ma i luoghi per proiettare si sono ridotti, questi spazi, poi, bisogna guadagnarseli con i denti in un gioco al massacro incredibile. Per quanto riguarda il cinema indipendente, il problema sta nella diminuzione delle sale d’essai, anche se, il tipo di spettatore che le frequenta, ricerca sempre attentamente il film di suo interesse. Però, quando si realizza un film, bisogna essere comunque felici, fare cinema è una grande fortuna, che io spero di conservare.”

Cosa augureresti per il 2013 al cinema prodotto in Sardegna?

“Nella nostra isola, paradossalmente, rispetto ad altre realtà, il problema sembra meno complicato, soprattutto paragonandolo a un decennio fa. Intanto esiste un legge che, comunque, ha permesso ad autori sardi di realizzare dei film e, ora, a questa si è aggiunta la Film commission, la quale sembra poter decollare e dovrebbe aiutare i nostri registi, ma pure quelli di altre regioni o nazionalità a lavorare meglio. Certo, non si può essere totalmente soddisfatti, ma rispetto al nulla, è necessario essere ottimisti. Non siamo ancora alla filiera che comprende tutto il sistema cinema, però sono partiti, in questi ultimi anni, vari progetti, valutati per le loro qualità. Speriamo che la situazione si evolva positivamente, ma i segnali ci sono tutti, pensiamo alla presenza di tre film sardi al festival di Torino, accolti con grande interesse, e lo stesso “Bellas Mariposas” presentato a Venezia e agli altri film, realizzati in Sardegna, che usciranno a stretto giro. Inoltre, tenendo un corso di regia all’Università di Cagliari, mi accorgo di un forte coinvolgimento dei giovani per il cinema”.

A questo proposito, come si confrontano i ragazzi d’oggi con questa arte?

“Sono sicuramente più fortunati; infatti il mezzo si è fortemente democratizzato. Nei nostri giorni, anche con un budget limitato, si riesce a realizzare un’opera cinematografica, cosa impossibile fino a qualche anno fa. Inoltre si trovano maggiori occasioni produttive, seppure piccole, e, mentre prima la pratica e la tecnica cinematografica dovevi obbligatoriamente andare fuori regione a impararla, oggi, anche in questo campo, vi sono possibilità concrete. La vocazione, certo, bisogna misurarla col tempo, ma c’è la possibilità di esprimerla. I frutti veri probabilmente devono ancora venire. Forse ci penalizza la nostra insularità, la velleità di raccontare la nostra storia, ma questo probabilmente diventa pure un vantaggio dato che siamo anche circondati da un interesse speciale, da spettatori i quali accorrono in sala per vedere un film sulla loro terra, e non mi pare che in altre regioni ci sia la stessa curiosità culturale per le proprie radici narrate al cinema”.

Parlare di nuovi progetti, forse, è prematuro.

“Sì, devo infatti “accompagnare” “Bellas mariposas”, ho a cuore la vita del film anche nei festival. Dopo la bella esperienza di Rotterdam sarà la volta del festival di Goteborg, manifestazioni rilevanti per il cinema indipendente. Sono, quindi, trepidante per l’uscita in sala di “Bellas” oltre i confini.

D’altronde il tuo film disegna una periferia e le sue contraddizioni, da essere sovrapponibile alle stesse realtà presenti nelle grandi città, non solo italiane.

“Effettivamente questo elemento era già nel racconto e sarebbe stato non rendergli giustizia evitare di dargli spazio. Mi fa piacere se il film sortisce anche questo effetto”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share