L’omaggio di Cagliari a Pinuccio Sciola: una mostra al Castello di San Michele

Cagliari ricorda Pinuccio Sciola, l’artista delle “pietre sonore” nel quinto anniversario della scomparsa. Il Castello di San Michele riapre e accoglie fino al 3 ottobre la mostra ‘Madre Pietra, la natura, la scultura, la città’ curata da Simona Campus in collaborazione con Maria Sciola, figlia dello scultore di San Sperate e direttrice della Fondazione Sciola. La mostra ha anche una co-curatrice, Tiziana Ciocca.

Un percorso attraverso le opere e i progetti più significativi e anche inediti di Sciola: non solo scultore, ma anche pittore e scenografo, apprezzato a livello internazionale. “Un omaggio della città all’artista ma anche un omaggio dell’artista alla città”, ha sottolineato la figlia Maria. Fanno parte dell’allestimento, curato da Salvatore Campus, anche i progetti di arte urbana tra cui i disegni dell’opera immaginata per il Castello di San Michele.

Si accede attraversando un’installazione delle guglie in ferro, concepite da Sciola come omaggio a Antoni Gaudì. All’interno spiccano, in un mare di terra, i celeberrimi Semi della pace che dialogano con l’Installazione di Canne dedicata a Grazia Deledda. Spazio anche a un’installazione video con le musiche di Paolo Fresu. Poi si attraversano ideali stanze con una ricca collezione di pietre sonore, magiche arpe scolpite nella roccia, custodi della storia, ultimo strumento suonato da Sciola nella sua ultima performance.

Il primo piano è abitato dalla documentazione di opere e progetti dell’arte urbana. Fotografie, disegni, sculture, scritti e le famose miniature di città. Il legame dell’artista con Cagliari e il suo mare è sintetizzato nella folla di bagnanti in terracotta. “La mostra mette in risalto le molteplici sfaccettature di una personalità di spicco del contemporaneo – sottolinea Simona Campus -. Sciola, che ha trasformato il suo paese d’origine in un museo a cielo aperto, aveva un senso profondo dell’appartenenza a una comunità, come testimoniano i suoi lavori di arte pubblica, i murales o le installazioni disseminate in tutta la Sardegna”.

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