‘Life after oil’, ambiente e diritti umani: ecco tutti i film premiati quest’anno

Si è conclusa a Santa Teresa Gallura la sesta edizione del Life after oil international film festival. Dopo avere fatto tappa alla Cineteca Sarda di Cagliari il 12 e 13 settembre, a Ottana il 14 settembre, la manifestazione, ideata e diretta dal regista Massimiliano Mazzotta, dedicata ai temi della sostenibilità ambientale e dei diritti umani, è approdata lo scorso 18 settembre nella splendida località gallurese che si affaccia sulle Bocche di Bonifacio.

Sono state altre quattro intense giornate di proiezioni, spettacoli e dibattiti culminate con la premiazione, tenutasi nella serata del 21 settembre al Cine teatro Nelson Mandela, dei film scelti dalle diverse giurie fra le 65 opere ammesse al concorso.

La giuria composta da Brent Huffman, Leah Varjacques, Marilù Mastrogiovanni ha assegnato il premio per il Miglior lungometraggio sui temi dell’ambiente a ‘Be’ jam be – The Never Ending Song‘, Francia 2017, di Caroline Parietti e Cyprien Ponson. Al documentario è andato il premio di 500 euro e una scultura dei Giganti di Monti Prama con la seguente motivazione: “Bellissimo lo storytelling coinvolgente basato sul personaggio che dà al pubblico un forte sentimento di empatia per la lotta contro l’azienda di sfruttamento boschivo che non rispetta la legge. Ottima tecnica del suono e bella fotografia: immergono lo spettatore nella giungla del Borneo come se fosse davvero lì.”

La stessa giuria ha inoltre conferito una Menzione speciale a ‘Breathless‘ (Belgio 2018), un documentario di Daniel Lambo, con la seguente motivazione: “Breathless è un racconto cinematografico altamente personale che, dal Belgio all’India, mette a nudo la perdita, la lotta e la resilienza di migliaia di persone colpite dall’amianto. Una fine meditazione sulle disuguaglianze che interconnettono la nostra economia globale attraverso la lente di un problema storico unico con gravi implicazioni attuali.”

La giuria composta da Antonello Zanda, Giuseppe Cristaldi, Giorgia Cecere, Marianne Borgo ha assegnato il premio di 500 euro e un libro su Ottana per il Miglior lungometraggio sui diritti umani a ‘Balentes – The Brave Ones’ (Australia-Italia 2018) di Lisa Camillo, con questa motivazione: “Lo sguardo genuino e personale della regista trasforma la sua puntuale inchiesta in un viaggio umanamente appassionante e alla fine anche commovente per la speranza che persone così continuino a lottare sempre per la loro terra, onorandone il passato e il futuro.

La stessa giuria ha assegnato una Menzione speciale al documentario ‘Push‘ (Svezia 2019) di Fredrik Gertten. Motivazione: “Fredrik Gertten con un montaggio nitido e perfetto ci ha portato nel problema mondiale di come sopravvivere in una città e trovare un tetto sotto cui vivere.”

Il Miglior cortometraggio della sezione ambiente, premiato con un coltello di Pattada dalla giuria composta da Francesca Sironi, Mauro Negri, Paolo Carboni, è stato ‘Timbo‘ (Inghilterra 2017) di Peiman Zekavat. Il documentario è stato scelto con la seguente motivazione: “Ritratto vivido e immediato di una comunità che rischia di esser distrutta da una diga. Fa conoscere una lotta ambientale, restituendo con grande empatia la vita dei suoi protagonisti.”

La stessa giuria ha inoltre premiato con una Menzione speciale, ‘Mozambique, where the mango tree used to be‘ (Germania 2018) di Axel Koenzen. Motivazione: “Un documento che ci spinge a ragionare sulla differenza tra l’indispensabile e il superfluo, e su come, per ottenere il superfluo, la civiltà occidentale stia compromettendo irrimediabilmente il clima e il futuro del pianeta, rendendo difficile per queste popolazioni procurarsi ciò che è indispensabile.

Menzione speciale anche a ‘La plastikeria’ (Italia-Spagna 2017) di Cesare Maglioni, docu-fiction. Motivazione: “Per l’idea, l’ironia e le info dettagliate che ci arrivano in maniera divertente. Per il modo in cui dentro di noi il divertimento cessa e parte un conto alla rovescia che nessuno può più ignorare.”

La giuria composta da Antonello Zanda, Giuseppe Cristaldi, Giorgia Cecere, Marianne Borgo ha premiato come Miglior cortometraggio della sezione diritti Umani con una maschera del Carnevale di Ottana, la fiction ‘Vagabonds‘ (Ghana 2018) di Amartei Armar. Motivazione: Per aver sublimato l’universalità del legame fraterno oltre ogni retorica.

Nella stessa sezione dei Cortometraggi sui diritti umani una Menzione speciale è andata a ‘Breaking chains: bonded labour in Brick Kilns (India 2017) di Raju Hittalamani: “Ci mostra con verità, semplicità e immagini potenti la tragedia della schiavitù su uomini, donne e peggio di tutto sui bambini in India”.

E, ancora, nella stessa sezione una Menzione speciale è andata alla fiction ‘Breathing‘ (Iran 2018) di Farshid Ayoobinejad con la seguente motivazione: “Il film con lucidità icastica coglie il respiro che irriducibile stringe come un nodo al collo del momento egoistico, ma può spingere anche alla rivolta e alla liberazione dal ricatto che inchioda i lavoratori nell’alienazione”.

Il titolo di Migliore opera per la sezione animazione, assegnato dalla giuria composta da Leone Fadelli, Mattia Priori, Simone Massi, Silvia Carbone (direttivo dell’associazione Ars Animae, organizzatrice del festival Animavì), è andato a ‘Thumbelina and the ogre‘ (Francia 2018) di Cécile Robineau. Motivazione: Una fiaba delicata, come il tratto e i colori usati con maestria dall’animatrice.

Migliore opera per la sezione World Panorama – attribuita dalla giuria formata da Alberto Obino, Andrea Deidda, Barbara Pitzanti, Carlo Orrù, Federico Leonardi, Gabriele Catgiu, Gianluca Piras, Marina Cristofalo, Michele Pitzanti, Raffaele Tronci, Sara Alagna, Silvana Chiaramonte, Simone Mura col coordinamento del professor Daniele Ledda, classe di musica elettronica del Conservatorio di musica Giovanni Pierluigi da Palestrina, Cagliari – è andata a ‘Bomi (Native)’, (Iran 2018) di Kiumars Sarshar. Motivazione: “Il film risulta essere il più equilibrato nel raccontare il tema della povertà e della sudditanza nei confronti del consumismo. Il tutto si svolge attraverso una sapiente scelta di immagini e suggestioni visive che tendono quasi al minimalismo. Queste, unite ad un uso mirato del sound design, coinvolgono lo spettatore comunicando emozioni e concetti con notevole grazia e poesia”.

La Menzione speciale attribuita da Emergency Sassari (giuria composta Giovanni Salis, Rita Diez, Giulia Tedde, Marta Marras, Stefano Fresi, Bruno Spanu, Carlo Manca) è andata ad ‘Aleksia‘ (Italy,2018) di Loris Di Pasquale. Motivazione: “Per la capacità di riportare in luce un episodio dimenticato di violazione dei diritti umani nelle periferie urbane occidentali, attraverso una storia drammatica e intensa di fiction che diventa inchiesta e denuncia, grazie alle immagini che denunciano allo stesso tempo l’abuso di potere, la discriminazione razziale e la violenza subita dalla protagonista, che diventa così emblema della figura della donna, dello straniero e dell’essere umano in generale, nella società attuale.

La Menzione speciale attribuita dal Wwf Sassari è andata a ‘The firefox guardian‘ (India 2018) di Gunjan Menon, documentario. Motivazione: “Il film non è soltanto un documento di straordinaria poetica descrittiva di una foresta del Nepal e del raro panda rosso, ma è soprattutto la storia dell’amore di una giovane volontaria ambientalista nepalese che con straordinaria dedizione offre le sue giornate alla difesa di questo raro esemplare di panda. Il film ha la doppia valenza di affrontare con poesia la problematica ambientale della conservazione delle specie e quella antropologica a cui è legata la loro sopravvivenza”.

La Menzione speciale di Italia Nostra (giuria composta da Federico Anghelé, Luca Carra, Luigi de Falco, Ebe Gicometti, Maria Paola Morittu) è andata a ‘Protecting our homeland‘ (Canada 2018), un documentario di Ashton Janvier. Motivazione: “La regia di Ashton Janvier in soli 3 minuti mostra che gli appetiti speculativi e la hybris estrattiva non si fermano neanche davanti a un paesaggio incontaminato e ai diritti di una comunità che quei luoghi li abita da sempre. Dal Canada giunge una storia universale di cieco sfruttamento delle risorse che provoca la dissipazione e l’inquinamento del territorio, la distruzione della bellezza e lo sradicamento della popolazione”.

Infine una Menzione speciale è stata attribuita dallo staff del festival (giuria composta da: Cinzia Ghiani, Eugenia Da Bove, Fabio Canessa, Massimiliano Mazzotta e Riccardo Albuzzi) alla fiction ‘Bedaad‘ (India 2018) di Anil Ramchandra Sharma. Motivazione: “Per la capacità di mescolare il thriller alla commedia e restituire in tutta la sua drammaticità il vissuto di una vittima della pedofilia”.

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