L’identità culturale del Mediterraneo al centro della stagione espositiva al Man

Tre diversi progetti espositivi per un dialogo a più voci che ha al suo centro il Mediterraneo: “Sabir” e “Sogno d’oltremare“, prima personale in Italia dell’artista israeliano Dor Guez e del franco-ivoriano Francois-Xavier Gbré, e “O Youth and Beauty“, collettiva degli artisti Anna Bjerger, Louis Fratino e Waldemar Zimbelmann. Sono le opere scelte per la nuova stagione espositiva del Man di Nuoro firmata dal neo direttore Luigi Fassi.

“L’idea è quella di offrire un menù con una molteplicità di progetti contemporanei attraverso tre mostre differenti che testimoniano la necessità degli artisti di dar vita a un’indagine sulla propria identità culturale – ha spiegato Fassi nell’incontro per l’anteprima con la stampa – Dalle opere di Dor Guez, che raccontano la storia di sua nonna e della sua famiglia, l’infanzia a Jaffa, passando per le espulsioni del 1948, fino alla dispersione della famiglia in Europa, a quelle di Gbré, che espone una selezione fotografica che documenta l’Africa occidentale insieme a una serie di immagini realizzate nell’interno della Sardegna. E infine la collettiva che riunisce le opere di tre giovani artisti, la svedese Bjerger, il newyorkese Fratino, e il tedesco cresciuto in Kazakistan Zimbelmann, che rappresentano frammenti di quotidianità e scene di vita intima mediante l’utilizzo della pittura figurativa. Tre diverse espressioni pittoriche che trasfigurano gesti e situazioni in una inquieta malinconia”. Con queste mostre inedite – che si potranno visitare al Man dal 9 novembre al 3 marzo 2019 – il neo direttore presenta le linee guida che caratterizzeranno il museo nei prossimi mesi. “Lavoreremo a stretto contatto con gli artisti – ha annunciato Fassi – non solo per esporre ma anche per produrre. Vogliamo così un museo capace di esprimere un proprio pensiero originale”.

“Le foto scattate in Sardegna da Gbré – ha ricordato il direttore – sono state commissionate proprio da noi. Dor Guez e Gbré sono due artisti cresciuti in due Paesi che si affacciano nel Mediterraneo, nelle loro opere guardano alla Sardegna vista dal sud”. Opere nelle quali si mescolano storie e culture. “Gbré ha scelto di fotografare l’interno dell’isola da cui trarre le suggestioni del suo Paese nel post colonialismo: il sogno industriale prima e gli edifici abbandonati poi”, ha sottolineato ancora Fassi. “Quanto a Dor Guez, ha voluto condividere con noi, oltreché l’esposizione fotografica, la sua installazione sonora con i rumori tratti dalla storia della sua famiglia: la risacca del mare nell’infanzia felice della nonna a Jacca, contrapposta al frastuono delle ruspe che buttano giù la casa. Un rumore, quest’ultimo, documentato dallo stesso artista sette anni fa durante l’esproprio delle case dei palestinesi esuli da parte dello stato di Israele”.

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