Riceviamo questa lettera dal Coordinamento spettacolo e arti sceniche della Sardegna, e pubblichiamo.
Lo spettacolo in Sardegna chiede risposte. Ancora una volta, la Finanziaria della Regione, si abbatte sullo spettacolo dal vivo che nel giro di 4 anni subisce il dimezzamento dei fondi passando dagli 11milioni e 3oomila del 2011 ai 6milioni e 9oomila previsti per il 2014.
La giunta Cappellacci\Milia e la maggioranza che l’ha sostenuta dopo aver dimezzato gli organismi con la delibera del febbraio scorso ora punta decisamente allo smantellamento dello spettacolo professionistico sardo sino a comprometterne la stessa esistenza.
Perché?
A cosa è servito e dove è stato più utilmente speso questo favoloso risparmio annuo pari a 5 milioni di euro (cioè lo 0.06 % del Bilancio annuale) del taglio allo spettacolo?
La legge 18 sullo spettacolo, del dicembre 2006 e mai attuata, aveva il compito, fallito miseramente, di riordinare in modo organico e moderno l’intervento regionale in materia.
Il DDL 322 di modifica e di avvio dell’applicazione della stessa Legge 18 non è mai arrivato in aula nonostante l’approvazione unanime in Commissione Cultura e nonostante l’odg del Consiglio regionale votato anch’esso all’unanimità il 4 maggio 2011 in cui si impegnava la Giunta:
“1) a predisporre entro giugno 2011 le proposte di modifiche della legge regionale n. 18 del 2006 affinché sia effettivamente corrispondente alla complessità della realtà sarda dello spettacolo, agevolmente operativa e sottragga dalla costante precarietà economica e programmatoria le imprese del settore;
2) ad orientare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo così da incoraggiare la creazione artistica e l’innovazione, sostenere l’emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto;
3) a rendere pubblici i dati raccolti dall’Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006;
4) a porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013, Asse IV, obiettivo operativo 4.2.3, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all’economia della creatività, dell’arte e dello spettacolo.”
Perché non è stata data attuazione a quanto votato unanimemente?
Come, in che tempi e in che modo si intende procedere, nella legislatura che si apre, ad affrontare i temi posti dall’odg?
Lo spettacolo in Sardegna
pretende impegni
– Per il ripristino delle risorse tagliate in questa legislatura;
– Per l’annullamento della delibera Milia del gennaio 2013;
– Per l’attivazione e applicazione senza indugio della Legge 18 del 2006;
– Per la pubblicazione dei dati dell’Osservatorio sullo spettacolo;
– Per il ripristino di un metodo di consultazione di tutte le rappresentanze del settore;
– Per il recupero delle risorse destinate ai progetti speciali non spesi nel 2013;
– Per il coinvolgimento degli operatori nella stesura dei programmi di utilizzo dei Fondi UE 2014-2020 che eviti i disastri degli anni passati e soprattutto la perdita dei fondi destinati al settore come è avvenuto nel 2007-2013;
– Per il recupero di presenza e di ruolo ai tavoli istituzionali della Conferenza Stato-Regioni dove si elaborano le politiche culturali del Ministero che, in questo momento, sta emanando Decreti di grande spirito innovativo destinati ad incidere profondamente nel settore;
– Per la adesione e partecipazione ai progetti in rete tra diversi soggetti pubblici e privati attivati già sul territorio nazionale;
– Per lo sviluppo di un serio programma di infrastrutturazione della produzione artistica in Sardegna, per la formazione e per la professionalizzazione degli operatori delle arti sceniche e performative;
– Per la scelta di donne e uomini competenti e con conoscenze specifiche a cui affidare le linee di intervento nel settore sia a livello legislativo (leggi Commissione cultura e Consiglio) sia a livello esecutivo (assessori, staff dell’assessore, ecc.) e infine su Dirigenti e funzionari operativi adeguatamente formati e aggiornati.
E’ ora di invertire la rotta senza indugi! Non si può giustificare ciò che non è giustificabile!
E se, in tempo di crisi, anche la Cultura deve fare sacrifici (e noi li abbiamo già fatti) l’impegno che pretendiamo è anche quello di compiere scelte che garantiscano comunque sostegno pubblico e fondi adeguati ai presidii culturali e non al mercato, alla cultura e non all’intrattenimento, alla produzione artistica sarda e non a quella di importazione, al lavoro dei nostri artisti e non ai cachet delle star nazionali e internazionali.
La crisi, le diminuite risorse, l’esigenza di dare maggiore tutela alle associazioni\imprese sul fronte del lavoro anche nell’area della cultura, dell’arte e dello spettacolo si può e si deve affrontare garantendo, o sforzandosi di garantire tutela del lavoro, salvaguardia e difesa dei presidi minimi di welfare socio-culturale (teatri, compagnie, associazioni, cooperative, ecc. ecc.) perchè sia assicurata una diffusione equilibrata in tutto il territorio. E pretendiamo che l’adozione del parametro di riferimento, la tutela dell’occupazione, oggi imprescindibile e al centro dell’azione politica, sia valido per tutti e in egual misura.