Legge cinema, i produttori indipendenti: “I film non sono solo prodotti turistici”

L’Associazione generale industrie cine-audiovisive indipendenti (Agici) e Cna cinema e audiovisivo, uniti ai singoli produttori e società di produzione operanti sul territorio sardo, chiedono di essere considerati, “al pari delle altre associazioni, come principali interlocutori delle istituzioni” in materia di legge sul cinema. Le due organizzazioni intervengono così nel dibattito che si è aperto con la proposta dei Riformatori di modificare la normativa, contro la quale aveva replicato Moviementu, l’associazione che riunisce artisti e operatori del cinema sardo.

“Pur trattandosi di una legge che parla espressamente di supporto alla produzione, gli unici elementi della filiera ad essere completamente esclusi dalla discussione risultano essere, paradossalmente, proprio i produttori – spiegano – La legge Cinema regionale è una grandissima risorsa che ci ha avvicinato alle altre regioni italiane e europee grazie anche e soprattutto alla continuità dei finanziamenti da parte della Giunta regionale”.

Agici e Cna sono concordi nel “non voler giudicare il cinema come mero veicolo di turismo e prodotti agroalimentari, cosa che rischia di mettere il valore artistico dell’opera d’arte in secondo piano” e si dicono “d’accordo nella richiesta di non diffondere fake news rispetto al cinema isolano e alla sua vita e sviluppo, ma non possiamo essere altrettanto d’accordo – attaccano – quando si vuole affermare che la legge sia perfetta così com’è e che i film sardi (che hanno dei costi medi superiori al milione di euro) abbiano un grande successo di pubblico, circostanza non avvallata dai dati ufficiali che parlano di incassi limitati rispetto ai costi produttivi, sia per i film sardi sia per tutto il comparto nazionale”.

Secondo le due associazioni, quindi, la legge “va migliorata per continuare a fare film in Sardegna e anzi per farne di più e meglio, favorendo davvero la creazione di un comparto industriale” e sollecitano la convocazione di “un tavolo di discussione con il prossimo assessore, di qualunque schieramento esso sia, aperto a tutti i produttori, in forma singola o associata, e alle associazioni di categoria riconosciute”.

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