Le “balle storiche” di Stella e i racconti di metallo della foresta Bam

“Una delle prime balle colossali della storia la raccontò niente poco di meno che Marco Polo ne Il Milione”. Parola di Gian Antonio Stella, tra i primi ospiti della quindicesima edizione del Festival L’Isola delle Storie di Gavoi che si è aperta ufficialmente giovedì sera nei giardini di Binzadonnia. Dopo il bagno di folla col fumettista romano Zerocalcare, è stato proprio il cronista politico del Corriere della Sera che, intervistato da Wlodek Goldkorn, per anni responsabile culturale del settimanale L’Espresso, si è soffermato nel racconto dei grandi falsi storici oggi comunemente conosciuti come fake news.

“Le false notizie sono sempre esistite -racconta Stella – e sin dagli esordi hanno sempre riguardato il mondo del potere. Come ci ricorda lo storico Luciano Canfora nel suo ‘La storia falsa’, la prima fake news al mondo risalirebbe addirittura al mondo greco, a quando Pausania, potentissimo generale spartano vissuto nella prima metà del V secolo a.C. avrebbe scritto una lettera di tradimento a Serse, il re dei Persiani allora appena sconfitto. Una falsa notizia che costò la vita al generale, condannato a morte e poi murato vivo.

Stella, visibilmente a suo agio nella poltrona di Piazza Sant’Antiocru, davanti a una platea non proprio foltissima, si è poi divertito nel svelare una carrellata di “storiche balle colossali” sempre a sfondo prettamente politico, come quella scritta dal viaggiatore veneziano Marco Polo, protagonista di un ventennale viaggio assieme al padre e lo zio nelle terre d’Oriente: impegnato a raccontare le grandi vie mercantili d’Asia, Marco Polo si lasciò andare a licenze fantasiose dove i coccodrilli si trasformavano in draghi e gli abitanti delle isole andamane venivano assimilati ai mercanti cinocefali di classica memoria.

Non solo incontri letterari nel primo giorno del festival. Come di consueto, nel cuore del paese, negli spazi del rinnovato Museo Comunale, la Bottega Artigiana Metalli dei fratelli Andrea e Vittorio ha messo in scena Sui Rami, un piccolo e originalissimo racconto artistico dove rami di metallo sembrano animarsi e parlare allo spettatore mentre i suoni di una foresta fantastica si susseguono e si animano trascinando sedie, sgabelli, piccoli nidi metallici, pesci e foglie giganti. Al piano superiore “100 Years” di Hans Peter Feldmann, racconto in bianco e nero di 101 persone, dove ogni foto corrisponde a uno specifico anno della vita, dalla primissima infanzia alla vecchiaia.

Nel pomeriggio, all’ombra dei tigli profumati di Binzadonnia, affollato l’incontro con Nada Malanima, la cantautrice toscana che con la sua voce inimitabile ha dato corpo a un reading musicale tratto da Leonida, l’ultimo dei suoi quattro libri, storia di una ragazza che vive allontanandosi dalla propria famiglia, da un passato senza amore, da una madre distante, da persone che hanno avuto il suo corpo ma non il suo cuore.

DONATELLA PERCIVALE

 

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