‘Le machine de cirque’: la pièce che raccoglie teatro, danza e arti circensi

“Le nouveau cirque ha la capacità di rendere accessibile a tutti l’arte contemporanea”. Parola di Vincent Dubé, autore de “Le Machine de Cirque”, in scena dal 24 al 28 ottobre all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari per la stagione del Cedac. Una pièce immaginifica e piena di humour e poesia, in cui si fondono teatro, danza e arti circensi, per inaugurare il cartellone del Circuito multidisciplinare dello spettacolo in Sardegna che si apre quest’anno ad una nuova disciplina: il teatro-circo. Tutto il fascino del circo contemporaneo, nato alla fine del XX secolo e affermatosi in Europa grazie a compagnie come Circo Bidone, Archaos, Zingaro, e poi Cirque Plume, Cirque Baobab, Cirque Oz e il celeberrimo Cirque du Soleil, per uno spettacolo che parte dalla “fine del mondo”.

“Machine de Cirque”, quasi uno spettacolo-manifesto, con lo stesso nome della compagnia del Quebec, per la prima volta in Sardegna, descrive la Terra dopo una catastrofe. Cinque superstiti, interpretati dagli attori-acrobati Yohann Trépanier, Raphaël Dubé, Maxim Laurin, Ugo Dario e Frederic Lebrasseur, cercano di orientarsi in una realtà “senza donne o computer”. Tra divertenti sketches e gags esilaranti, vertiginosi numeri acrobatici e aeree coreografie, i protagonisti decidono di costruire una “macchina stupefacente” per comunicare con altri eventuali sopravvissuti. Dice all’Ansa Vincent Dubé: “Come autore, voglio creare spettacoli capaci di affascinare un pubblico eterogeneo ma anche di condurre gli spettatori in territori nuovi e sconosciuti, così come da spettatore amo le sorprese e l’inquietudine. “Machine de Cirque” propone una visione “post-apocalittica”. “L’arte – spiega ancora Dubé – ha uno sguardo spesso profetico, può incidere sulla società e ispirare il cambiamento, come è accaduto per la condizione delle donne e l’accettazione dell’omosessualità”. L’attenzione è su ambiente e empatia,
quindi con “Machine de Cirque” “temi cruciali per il futuro dell’umanità”, sottolinea il regista.

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