La Venere di Savignano arriva nell’isola, fino a maggio sarà esposta a Cagliari

Ha viaggiato da Roma in compagnia di un’altra Venere, quella di Bracciano, ma per lei, la Venere di Savignano, lo sbarco in Sardegna segna il suo debutto nell’Isola. La straordinaria scultura in pietra, ritrovata nel modenese nel 1925 e attribuita al paleolitico superiore, è il pezzo forte di “Donna o Dea”, la mostra dedicata alle raffigurazioni femminili nella preistoria e protostoria sarda allestita al Museo archeologico nazionale di Cagliari dall’8 dicembre al 12 maggio.

Il manufatto, insieme ad altri pezzi, proviene dal Museo preistorico Pigorini di Roma. La cassa con la statuetta è stata aperta in diretta nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra. “Un’ospite di eccezione”, ha commentato Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna. Un’occasione straordinaria – ha aggiunto Roberto Concas, a capo del Museo archeologico di Cagliari – per ospitare forse il primo esempio che compare in Italia di questo tipo di rappresentazioni”. L’esposizione si intreccia all’attualità e affronta attraverso incontri, workshop e laboratori i temi della violenza sulle donne, a partire dal femminicidio, la loro rappresentanza nelle istituzioni, le discriminazioni nel mondo del lavoro.

Pietra, argilla, osso, le figure femminili rappresentate nel tempo. Si parte dal telaio di Maria Lai, emblema narrativo del percorso che giunge ai giorni nostri e si conclude con l’arte antica della tessitura. “Un viaggio dall’arte paleolitica, attraversando le fasi neolitiche sarde, fino ad arrivare alla fase protostorica con l’età del bronzo e del ferro e le raffigurazioni di quelli che vengono definiti bronzetti, ma che noi chiamiamo bronzette perché raffigurano figure femminili e non maschili”, sottolinea Silvia Fanni, curatrice della mostra assieme a Laura Soro e Marcella Sirigu. Il racconto, insomma, di come muta dal punta di vista stilistico e iconografico la figura femminile. “In primo piano – ha precisato Damiani – ci sono i più preziosi manufatti che raffigurano la donna in un contesto religioso, sociale, di vita quotidiana”. Supportata da audioguide l’esposizione mostrerà anche una sepoltura in 3D del neolitico.

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