La Sardegna tra bellezze e basi militari: al Man le opere di Kiluanji Kia Henda

Nelle sue opere le bellezze paesaggistiche si fondono con le tracce architettoniche della Guerra Fredda e delle basi militari ancora presenti sull’Isola. Si tratta di una serie di lavori che l’artista angolano Kiluanji Kia Henda (classe 1979) ha realizzato durante una residenza artistica in Sardegna, invitato dal museo Man di Nuoro in collaborazione con la Sardegna Film Commission e Luma Foundation di Arles. L’artista è stato invitato qui per esplorare l’Isola e offrire il proprio sguardo estetico sulla Sardegna; il risultato è una mostra che inaugura venerdì: Something happened on the way to heaven, a cura del direttore del museo barbaricino, Luigi Fassi. Il progetto sarà poi presentato dal Man all’interno degli spazi espositivi della Galerias Municipais di Lisbona nell’ottobre di quest’anno.

La mostra presenta una serie di opere scultoree e installative realizzate ex novo da Kiluanji Kia Henda durante il soggiorno nell’Isola, accanto a lavori fotografici prodotti precedentemente. Il progetto si modula come un’osservazione a due vie sull’universo mediterraneo della Sardegna: un apparente idillio paradisiaco che come un velo di maya manifesta la presenza del suo contrario. La dialettica contraddittoria dell’Isola appare qui, infatti, come una sintesi di uno splendore naturale dotato di caratteristiche idealizzate e di un controcanto oscuro (e mediaticamente rimosso) di minacce antiche e attuali.

Il primo elemento dialettico è per l’appunto il bello; rappresentato dalla natura mediterranea e dall’idealizzazione del mare e delle coste, una bellezza che è diventata una merce di massa nell’epoca del turismo contemporaneo. Il secondo elemento è invece il brutalismo architettonico, ciò che può essere etichettato come “il rimosso estetico”, costituito dalle tracce sul territorio della stagione della Guerra Fredda che hanno sporcato il locus amoenus con basi militari e rovine industriali nel segno, a oggi ancora indelebile, di un supposto progresso dopo il secondo dopoguerra. A questo “rimosso estetico” si aggiunge l’immagine perturbante del Mediterraneo del presente, non più ponte di prossimità sincretica tra mondi, lingue e culture, ma miraggio di speranza di una nuova vita tradottasi in morte per migliaia di persone che tentano di attraversarlo per raggiungerla.

Il territorio della Sardegna è così interpretato nel suo dissonante contrasto tra la meraviglia del paesaggio marittimo e il dramma del Mediterraneo odierno, come luogo di conflitto e sbarramento, confine di un’Europa che chiude sé stessa dietro una cortina di sempre più rigide barriere, giuridiche e fisiche. Il tema della migrazione e dello spostamento è evocato attraverso immaginari zoomorfi come quello dei fenicotteri, che vivono una mobilità nomadica come parte integrante della loro vita, senza rigide determinazioni stagionali, simboleggiando la migrazione come fenomeno libero, imprevedibile e universale; e di cui purtroppo facciamo ancora fatica a riconoscere il portato anche, se non soprattutto, umano.

“L’attività del Man è finalizzata a valorizzare il ruolo della Sardegna come territorio privilegiato di ricerca e produzione per artisti internazionali, guardando con particolare attenzione al mondo del Mediterraneo – ha detto Fassi -. La Sardegna è un immenso archivio di ricerca sul mondo mediterraneo e per gli artisti che concepiscono la propria attività come forma di pensiero complesso. L’obiettivo è quello di continuare a pensare la Sardegna come crocevia di idee nel Mediterraneo, ribaltando la prospettiva geografica, l’asse nord-sud con cui si guarda alla Sardegna: non un territorio marginale, ma un avamposto di elaborazione”. Visione che il museo porta avanti negli ultimi anni in partnership con la Film Commission. Come sottolinea la direttrice Nevina Satta: “La strategia di declinare i nostri location scouting al servizio del lavoro degli artisti visuali – come già accaduto con François-Xavier Gbré – si inserisce in una volontà di potenziamento delle industrie creative nell’Isola. Obiettivo della Film Commission è investire nella sperimentazione di nuovi immaginari che raccontino la Sardegna, al fine di rafforzare la diffusione internazionale di una narrazione dell’identità contemporanea dell’Isola”.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share