La musica tra le nuvole di Safir Nou, acquerelli acustici in punta di chitarra

Le sue composizioni richiamano un’idea di fuga dalla realtà, di leggerezza, di sospensione. I titoli dei brani raccontano di “nuvole immaginarie” o di “fluttuazioni sulle note” e le musiche sono delicate, acquerelli acustici che disegnano paesaggi distesi, ariosi e malinconici. “Quando ho iniziato a concepire il disco sentivo l’esigenza di rintanarmi in un mondo mio, personale, appartato”, racconta Antonio Firinu, musicista e compositore 38enne di Musei (Sulcis). L’album si intitola Groundless ed è l’esordio discografico di Safir Nou, nato come progetto personale di Firinu e ora band a tutti gli effetti impegnata nella scrittura e nelle registrazioni del nuovo album in uscita a breve. “Nel primo disco volevo raccontare uno stato d’animo molto personale attraverso la ricerca di sonorità particolari: in primis tecniche compositive sospese e minimali”, spiega. “L’album racconta la storia di un omino, quello della copertina, che vive tra le nuvole e riflette sulla vita, sul paesaggio, sull’esistenza, sulle ideologie, più o meno tutto quello che riguardava quel periodo particolare della mia vita”. Il risultato è un disco che viaggia tra musica acustica, folk, post rock e influenze world, e che nasconde anche un’anima fortemente sarda: “Anche se a volte ho cercato di limitarlo, il mio rapporto musicale con l’Isola poi esplode comunque. E nel disco si sente”.

Firinu – che lavora come assegnista di ricerca in Sociologia economica all’Università e insegna storia e filosofia al liceo – ha iniziato a suonare da autodidatta quando era adolescente. Ha studiato chitarra all’Accademia a Bologna e poi ha proseguito da privato, cimentandosi soprattutto sul jazz e contestualmente suonando in diverse band in qualità di strumentista. A Bologna ha fondato una band, gli Zudemà, insieme a un chitarrista siciliano, Valentino Sinacori. “Utilizzavamo un linguaggio misto. Inizialmente eravamo rockettari ispirati dal primo indie e dal post rock dei duemila. Poi ci siamo spostati più in direzione di musica da cinema e acustica. Una musica tra anima mediterranea e cinematica”. Ha deciso di lasciare la band una volta iniziato il dottorato di ricerca a Milano. “Ho iniziato a comporre il mio disco un po’ per staccare dallo studio e dalla ricerca, che mi impegnava moltissimo. Ho sviluppato così il mio mondo sonoro”. Una volta tornato nell’Isola, nel 2012, ha imparato a suonare la fisarmonica e ha iniziato a mischiare un po’ di tutto: jazz, elettronica, post rock e world music. Firinu ha suonato la chitarra anche in uno dei brani del disco di Iosonouncane, compositore e musicista di Buggerru, considerato dalla critica uno dei dischi italiani più importanti degli ultimi anni.

Il progetto Safir Nou all’inizio era un affare molto personale. Ma dopo l’uscita del disco Firinu ha cercato dei musicisti che potessero interpretare il mood dell’album; soprattutto, con cui condividere quelle composizioni e portare avanti un progetto più ampio, collettivo, più “da band”. La formazione ora è composta da Firinu insieme a Sergio Tifu, violinista, Ivana Busu, elettronica e fisarmonica, Andrea Lai, contrabbasso, Antonio Pinna, batteria. “Stiamo lavorando per ottenere un suono nostro, particolare, che utilizza strumenti acustici ed elettrici. Le composizioni sono sempre mie mentre il lavoro collettivo è quello classico “da saletta”. Suoniamo i brani insieme ripetendo alcune parti delle strutture e poi improvvisiamo, per trovare nuove soluzioni armoniche e melodiche. È lì che nascono le dinamiche, i crescendo, le esposizioni e i silenzi, e si crea un respiro collettivo”.

A breve verrà registrato il nuovo disco che sarà un po’ diverso dal suo predecessore. “Ci stiamo muovendo su composizioni più elettroniche, sperimentali e meno melodiche, ma con un richiamo alla musica cinematica che è stata caratteristica del primo disco. Anche le atmosfere rimandano a Groundless: i colori, i respiri, i tipi di composizioni, le sonorità, si capisce che hanno ancora a che fare con stati d’animo di sospensione”. Il rapporto musicale con l’Isola è rivendicato da Firinu anche nelle tecniche compositive. “Quando ho iniziato a scrivere i brani del primo album ero lontano dall’Isola. Ma volevo tornare e mi sono ispirato alla Sardegna. Alcune tecniche, per esempio: brani terzinati che richiamano il ballo a tre passi campidanese. Magari non si percepisce immediatamente ma si sente quasi una sorta di danza che richiama l’Isola. Inoltre uso la chitarra classica con accordature aperte, ispirate a chitarristi come Lino Talloru, Ignazio Cadeddu, Alberto Balia: grandi interpreti della chitarra sarda con accordatura in doppio do”.

Intanto Safir Nou, ma in versione duo, si appresta a portare avanti una collaborazione con l’attore Neri Marcorè. Il progetto è nato durante il festival Pazza Idea, organizzato a Cagliari dall’associazione culturale Luna Scarlatta. “Ci avevano chiesto di accompagnare con le nostre musiche le letture di Cesare Pavese ad opera di Marcorè. Io e il violinista Sergio”, racconta Firinu. “Abbiamo strutturato lo spettacolo a distanza. Gli sono piaciuti moltissimo i brani e siamo rimasti in buoni rapporti. Il direttore della Fondazione Cesare Pavese, anche lui allo spettacolo, ha deciso di richiamarci insieme all’attore per riproporre le letture con le nostre musiche. Lo faremo al Pavese Festival in Piemonte quest’estate. E ne siamo molto onorati”.

Andrea Tramonte

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share